“Contro Berlusconi un golpe guidato da Obama”. Nuove prove dagli Usa

12 Ott 2017 14:13 - di Robert Perdicchi

«Alla fine dell’estate del 2011, almeno due importanti membri del governo Berlusconi temono che l’Italia abbia bisogno di un salvataggio imposto e gestito dall’Europa, per evitare il collasso economico. In sostanza un “bail-out” sul modello di quelli varati per commissariare la Grecia, ma inevitabilmente più pesante. Ne parlano allarmati con l’ambasciatore statunitense David Thorne, che riporta le loro preoccupazioni a Washington attraverso i suoi rapporti. L’emergenza scatta proprio nei giorni in cui alcuni alti funzionari europei, secondo la testimonianza del segretario al Tesoro Geithner, propongono a Obama di evitare il disastro facendo cadere Berlusconi». Ecco nuove prove sulle manovre di poteri forti, diplomazie internazionali e nemici politici, Obama in testa, per defenestrare il Cavaliere: le rivelazioni arrivano dagli Stati Uniti, riportate da un lungo articolo della Stampa, che dà conto di alcune corrispondenze tra Washington e l’ambasciata americana.

«Berlusconi deve cadere, ditelo a Obama»

«Il primo cable – scrive La Stampa  – è classificato “sensitive” e parte il 31 agosto. Il governo ha appena varato la nuova manovra da 60 miliardi di euro, ma una fonte anonima dell’esecutivo avverte Thorne che “la seconda misura di austerity potrebbe rallentare la crescita economica italiana ancora di più. L’interlocutore ci ha detto che il governo ha messo insieme la nuova manovra in risposta a condizioni del mercato fuori dal controllo dell’Italia».

 L’Italia, secondo la fonte governativa di Thorne, è di fatto già sotto tutela, i grandi manovratori dell’economia suggeriscono a Obama di far cadere Berlusconi.  «La manovra di luglio avrebbe condotto al pareggio di bilancio entro il 2014. Purtroppo – dice l’interlocutore – il peggioramento nella crisi del debito europeo ha portato a spread allarmanti fra i titoli tedeschi a 10 anni e quelli italiani. Ciò ha generato le richieste di Parigi e Berlino affinché Roma approvasse misure addizionali di austerity per pareggiare il bilancio entro il 2013, in cambio degli acquisti del debito italiano da parte della Bce per stabilizzare le rese».

Obama avvisato anche dai banchieri

La fonte sarebbe un membro del governo Berlusconi, che manifesta dubbi sui provvedimenti appena presi dal suo stesso esecutivo, scrive La Stampa. Arriva una seconda fonte interna che parla con Thorne e lo allarma ancora di più: «Ci ha detto che, senza una soluzione politica europea alla continua crisi dell’eurozona, l’Italia potrebbe avere bisogno di un’assistenza (non specificata) da Bruxelles nel giro di due o tre mesi, che si estenderebbe oltre gli acquisti del debito sovrano da parte della Bce». Poi l’escalation: secondo il quotidiano torinese, subentra nel dibattito anche un importante banchiere, che suggerisce a Thorne soluzioni drastiche anche a livello bancario eurpeo. «Il momento è così drammatico che il presidente Obama legge personalmente le mail di Thorne, temendo che il collasso di Roma faccia saltare l’euro e riporti la recessione in tutto il mondo… Il 7 novembre Thorne avverte Washington che il governo Berlusconi si trova davanti alle reale possibilità del collasso, poi Thorne invia a Washington un rapporto classificato “confidential”, con il titolo “Il sole tramonta sull’era Berlusconi”». Inizia a circplare il nome di un uomo fidato, Mario Monti, che gli americani non hanno mai fatto mistero di stimare. A fine 2011 Berlusconi si dimette, arriva il professore della Bocconi. L’inizio della fine, per gli italiani.

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