Centrodestra, la “road map” di Toti: prima Rosatellum, poi vertice dei capi

13 Ott 2017 17:28 - di Redazione
Giovanni Toti

Ci prova Giovanni Toti a stilare una road map con il dichiarato auspicio di restituire compattezza e linearità ad un centrodestra che marcia in ordine sparso sulla legge elettorale: Forza Italia e Lega Nord, da un lato, FdI-An, dall’altro. D’altra parte, è la tempistica ad imporre la necessità di un percorso condiviso. Una volta che il Rosatellum bis sarà definitivamente approvato dal Senato e che la legge di Stabilità sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, non ci saranno più alibi allo scioglimento delle Camere e all’indizione di nuove elezioni. Solo a quel punto, scatterà l’ora x che vedrà i leader intorno a un tavolo a decidere programmi e candidature in liste e collegi. «Si incontreranno quando ci sarà qualcosa da decidere», taglia corto Toti a margine del convegno Italia Direzione Nord in corso a Milano. Ma prima, avverte, «bisogna uscire dalla strettoia della legge elettorale».

Toti: «Incontro inutile prima del voto del Senato» 

Anche perché, a giudizio di Toti, il centrodestra «non ha bisogno di avvio». «Mi pare – ha aggiunto il governatore – serenamente avviato da lungo tempo, come dimostrano le ultime due tornate amministrative, dove abbiamo vinto dove sapevamo si potesse vincere e anche dove non ci saremmo mai immaginati». Merito della compattezza dimostrata: «Il centrodestra si è presentato ovunque unito», ha infatti ricordato  evidenziando che «la tradizione di comune governo nelle città e negli enti locali c’è sempre stata». Un’unità di base prima ancora che di vertice: «L’intesa di governo è stata costruita dai nostri elettori e dai nostri amministratori». 

Il valore dell’unità della coalizione

Le parole di Toti trovano un’eco in Deborah Bergamini, responsabile comunicazione di Forza Italia, che ha definito il Rosatellum bis «la migliore mediazione possibile tra le forze politiche che si sono impegnate a redigerlo». Anche per la deputata “azzurra” la priorità ora è la sua approvazione definitiva da parte del Senato «in modo da andare il prima possibile alle urne riconsegnando agli italiani un Parlamento forte e, soprattutto, un governo e una maggioranza sicuramente di centrodestra».

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