Cella troppo piccola: detenuto per mafia rimesso in libertà e risarcito

2 Ott 2017 10:11 - di Giorgio Sigona

In galera, ma in una cella troppo piccola. Lui, un uomo di 44 anni, era stato rinchiuso nel carcere di contrada Petrusa ad Agrigento per scontare la seconda condanna per mafia. Proprio perché la cella era troppo piccola, va scarcerato con effetto immediato e anche risarcito.  Nei tre anni in cui ha vissuto in carcere, ha avuto a disposizione uno spazio medio di 2,73 metri quadri, considerando la condivisione della cella con gli altri carcerati. Troppo pochi per il magistrato di sorveglianza: «Non è un trattamento dignitoso». E ha quindi liberato Seddio disponendo un risarcimento economico di 7.208 euro per il restante periodo di detenzione, in pratica 8 euro al giorno moltiplicati per 901 giorni. 

Cella troppo piccola, il risarcimento economico

E così il detenuto per mafia, come viene riportato in un ampio resoconto del Giornale, si trova a piede libero e in attesa di risarcimento economico. Secondo i calcoli elaborati dal magistrato di sorveglianza, è stato collocato per 1092 giorni in uno spazio pro capite, al netto di bagno, suppellettili e letto, di meno di tre metri quadrati. Il magistrato di sorveglianza fa presente che la cella in cui era rinchiuso il 44enne era provvista di finestra, che garantiva il ricambio d’aria e la penetrazione della luce naturale, ma ha anche sottolineato che in altre celle ci sono infiltrazioni di acqua piovana e perdite dall’impianto idrico, condizioni che potrebbero avere ripercussioni negative su chi vive là dentro sia dal punto di vista sanitario che da quello igienico. 

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