“Un orto in ogni scuola”: la Raggi ignora i ratti e gli edifici fatiscenti

21 Set 2017 19:28 - di Redazione

Nuovo imbarazzante progetto del Campidoglio per “un orto in ogni scuola”: la cronaca di queste ultime settimane racconta una storia ben diversa in merito alle nostre scuole: in molti casi sono fatiscenti, ci sono infiltrazioni d’acqua (quando l’acqua c’è), i ratti spesso e volentieri le invadono, il riscaldamento non funziona… e via di questo passo. Ma il soave progetto del Campidoglio per le scuole è quello di “promuovere la cultura ecologica nelle scuole per garantirne una diffusione capillare nella società civile”. Con questo obiettivo la giunta capitolina ha approvato una memoria che avvia i percorsi e le procedure necessarie ad allestire un orto didattico in tutti gli istituti scolastici capitolini. Ogni orto sarà costituito da un sistema modulare in cassoni di legno disposti in tal modo da renderlo adatto ai diversi spazi a disposizione della scuola nonché agli utenti diversamente abili. Attraverso la coltivazione dell’orto i ragazzi arriveranno a comprendere, ma soprattutto a vivere, i fenomeni legati al flusso dell’energia e ai cicli della natura. Certo i topi e le nutrie sono elementi naturali molto presenti nelle scuole romane. Le scuole inoltre potranno diventare presidio per la conservazione di specie orticole autoctone in via di estinzione e affidarne la custodia ai ragazzi. Un prototipo di “orto modulare”, qualsiasi cosa significhi, sarà istituito nella sede di Porta Metronia, già Semenzaio di San Sisto Vecchio, in modo che gli istituti dei diversi municipi possano confrontare le misure del prototipo con lo spazio di cui dispongano e verificarne il funzionamento. L’assessore alla Sostenibilità Ambientale, Pinuccia Montanari, probabilmente non sa che un progetto analogo fu già istituito, e non solo a Roma ma su base nazionale, da Giuseppe Bottai, con gli orti scolastici, contestualmente alle famose perfierie orticole, che servivano a coloro che venivano nella capitale per lavorare, a rendere meno traumatico il passaggio dalla campagna alla città. Tali orti, poi, si rivelarono preziosi quando scoppiò la guerra.

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