Trump accusa Kim anche per la morte dello studente Usa, «torturato oltre l’immaginabile»

26 Set 2017 16:08 - di Redazione

Alla tensione – altissima – tra Corea del Nord e Stati Uniti si aggiunge ora anche il caso del povero Otto Warmbier, lo studente americano morto nel giugno del 2017, una settimana dopo essere stato rilasciato dalle autorità nordcoreane in seguito a un lungo periodo di detenzione, prima, e di misterioso ricovero ospedaliero, poi. 

Trump, il povero Otto «torturato oltre l’immaginabile»

Quando il giovane Otto, in Nord Corea per motivi di studio, è tornato finalmente a casa, per lui non c’era ormai più niente da fare. E per questo, oggi, Donald Trump è tornato a puntare l’indice contro Pyongyang, accusando la Corea del Nord di aver massacrato fino a ridurlo in fin di vita lo studente americano. «Otto è stato torturato oltre l’immaginabile dalla Corea del Nord», ha scritto il presidente degli Stati Uniti su Twitter, dopo l’intervista rilasciata questa mattina dai genitori del 22enne su Fox News. Finora nessun funzionario americano aveva accusato pubblicamente il regime di Kim Jong-un di aver torturato il giovane studente, arrestato a Pyongyang nel gennaio 2016 per aver rubato uno striscione di propaganda. A giugno, dopo la morte del ragazzo, il presidente americano aveva definito la Corea del Nord un «regime brutale». Pyongyang aveva risposto denunciando una «campagna di diffamazione» e negando qualsiasi tortura o maltrattamento nei confronti del 22enne americano.

Ancora 3 gli americani nella morsa di Pyongyang

Eppure, condannato a 15 anni di lavori forzati, Otto Warmbier è stato tenuto prigioniero dalla autorità di Pyongyang per oltre 18 mesi, e quando è stato liberato, il giovane, per ragioni che rimangono sconosciute, era in coma ed è morto pochi giorni dopo il rimpatrio negli Stati Uniti. La sua morte ha accentuato le tensioni già molto forti tra Washington e Pyongyang, con il governo americano che ha vietato ai cittadini statunitensi viaggi in Corea del Nord, dove tre americani sono ancora detenuti. E per loro, specie dopo quanto toccato in sorte a Otto, la preoccupazione è più viva e sentita che mai.

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