Tre mesi di agonia per una puntura: il nuovo pericolo si chiama ragno violino

4 Set 2017 11:01 - di Redazione

Si può morire anche per il morso di un ragno. Massimo Stara, cagliaritano di 45 anni, è morto dopo tre mesi di agonia forse in seguito alla puntura di un ragno violino. È il secondo caso in Europa: nel novembre 2015 una donna calabrese di 65 anni era deceduta a Catanzaro dopo essere stata morsa al dito medio. Come riporta l’Unione Sarda, Stara è deceduto sabato notte in ospedale dove era stato ricoverato dopo essere stato colpito dal ragno mentre lavorava in un terreno a Capoterra, in provincia di Cagliari, al progetto di una casa dove sarebbe andato a vivere con la moglie e i due figli. in un’intervista era stato lui stesso a collegare la puntura del ragno e la sua malattia, un grave danneggiamento di fegato, polmoni e muscoli: «Sono stato punto da un ragno violino – aveva detto – ho passato momenti difficili e sono stato quattro giorni in coma. Ora spero di potermi riprendere, anche se non sarà facile». Dopo due mesi di ricovero l’uomo sembrava sulla strada del recupero, invece sabato sera si è improvvisamente aggravato e poi è deceduto. Secondo verifiche condotte dall’Unione Sarda non risulterebbero però collegamenti certi tra la puntura e la malattia — quali invece erano stati stabiliti dalla vittima stessa e dai suoi familiari: non può essere escluso che Stara fosse stato punto da un ragno, ma le cause della morte sarebbero altre.

Ragno violino e il suo morso velenoso

Loxosceles rufescens è un ragno appartenente alla Famiglia Sicariidae dell’Ordine Araneae della Classe Arachnida. Comunemente noto come ragno violino, ha un morso velenoso. Di origine mediterranea, è presente lungo tutta la penisola italiana. Ha sei occhi raggruppati in tre coppie, invece che gli otto occhi della maggior parte dei ragni. La femmina ha il corpo lungo 8–13 mm, il maschio, più piccolo, è caratterizzato da zampe più lunghe. Spesso sul cefalotorace è presente una macchia scura a forma di violino col manico che si estende verso l’addome, caratteristica da cui deriva il nome comune del ragno. La tela è scarsamente usata nella caccia, per cui il ragno si allontana da questa per predare. Tipicamente il maschio si allontana dalla tela di notte per andare in cerca della femmina. Non è un ragno aggressivo e se disturbato tende ad allontanarsi, ma può casualmente rintanarsi fra lenzuola o vestiti, aumentando le probabilità di doversi difendere tramite il morso. Il veleno ha azione necrotica sui tessuti colpiti e nei soggetti allergici può dar vita al cosiddetto loxoscelismo, con formazione di un’ulcera che può estendersi di alcuni centimetri e che, dopo trattamento medico, tende a guarire dopo parecchie settimane, lasciando al suo posto una cicatrice più o meno estesa. Il potenziale pericolo è comunque dipendente dalla localizzazione del morso e dalla estensione della cancrena e dai relativi rischi indiretti di infezione.

 

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