Storia di Ulisse Igliori, l’ultrafascista fiorentino che fondò l’AS Roma

19 Set 2017 17:30 - di Antonio Pannullo

Il fiorentino Ulisse Igliori, oggi quasi dimenticato, è stato uno dei personaggi di spicco del fascismo e della storia italiana: Medaglia d’Oro nella Grande Guerra, protagonista dell‘Impresa di Fiume con D’Annunzio, deputato per quattro legislature del Regno d’Italia, capo squadrista nonché organizzatore della Marcia su Roma, politico, dirigente sportivo, imprenditore. La cosa che stupisce è che un uomo di questo genere, classe 1895, sia morto nel suo letto, a Roma, il 19 settembre 1966. Molti suoi camerati furono passati per le armi e peggio senza tante cerimonie dai “liberatori” di questo nostri Paese. La spiegazione c’è: Igliori, vuoi per l’età vuoi per altre circostanze, non aderì alla Repubblica Sociale Italiana e questo probabilmente gli salvò la vita, unitamente al fatto che fu assolto da tutte le pretestuose accuse di corruzione che gli erano state imputate per la sua attività di imprenditore: tanto è vero che le opere da lui edificate, come ad esempio la Casa del Mutilato a Roma, sono ancora tutte lì, ancora in piedi. C’è un altro particolare da non trascurare: Igliori nel 1927, insieme con Italo Foschi, dirigente del Coni, e Renato Sacerdoti, fondò nientemeno che l’A.S. Roma, facendo riunire tre squadre della capitale, la Alba Roma, il Roman (di proprietà di Sacerdoti) e la Fortitudo (di cui era dirigente Foschi). Fu un’operazione anche politica, perché lo stesso Mussolini era stanco di vedere le squadre di Roma regolarmente sconfitte nelle finali varie dalle più forti compagini del nord. Non sappiamo se ci fu lo zampino di Igliori anche nel primo campionato vinto dalla Roma nella stagione 1942-42. Tornando allo squadrista fiorentino, come detto si distinse come tenente degli Arditi nella Prima Guerra Mondiale, ottenendo una Medaglia d’Argento nella battaglia di Oslavia e quella d’Oro per l’assalto al Monte Maronia, dove perse il braccio sinistro. Nel 1919 partecipò all’Impresa di Fiume a capo della legione La Disperata. Nel 1921, riportano le cronache, sfidò addirittura a duello Benito Mussolini, perché non voleva che Igliori si battesse con un giornalista che lo aveva offeso. Il duello, racconta lo storico Duilio Susmel, poi non ebbe luogo. Per la Marcia su Roma Igliori svolse un ruolo decisivo, organizzandola e provvedendo ai rifornimenti e alla logistica, lavorando a stretto contatto con Bottai, Calza Bini e Polverelli. Il sui ruolo crebbe durante il Ventennio: fu tra i fondatori della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, di cui fu luogotenente generale. Nel 1924 entrò nel direttorio del Partito nazionale fascista e nello stesso anno fu eletto deputato. Sì, perché anche durante il fascismo, contrariamente a quanto si racconta, le elezioni si tennero sempre regolarmente. Dopo aver contribuito a fondare la AS Roma, come si è visto, nel 1928 Igliori abbandonò temporaneamente la politica dedicandosi all’imprenditoria. Costruì la Casa madre dei mutilati (Igliori era presidente dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra), su progetto dell’architetto Marcello Piacentini, esempio di architettura fascista ancora oggi visibile in piazza Adriana a Roma, l’università di Trieste e alcune costruzioni a Littoria e altre a Firenze e Viterbo. Fondò anche una società cinematografica, la Mediterranea film. Infine, costruì anche dei palazzi all’Eur, poi riconvertiti dopo la guerra in abitazioni residenziali. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Igliori si mise a disposizione di Mussolini, ottenendo il ruolo di ufficiale di collegamento e di istruttore per i reparti femminili. Ma, come detto, non aderì alla Rsi. Alla caduta del fascismo, nel luglio 1943, Badoglio ne ordinò l’arresto per fantasiose accuse di arricchimenti illeciti, ma ovviamente fu trovato innocente e rimesso in libertà. Non era la classe dirigente fascista che rubava, in Italia, persino i vincitori lo dovettero obtorto collo riconoscere. Allora lo si perseguitò ed epurò per supposti fatti di violenza avventi un quarto di secolo prima, ma anche qui i vincitori dovettero arrendersi all’evidenza e proscioglierlo da tutte le accuse. Igliori riprese, da Roma, la sua onesta attività di imprenditore. Morì nella capitale nel 1966.

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