Soldi in banca, ci sono rischi: ecco i motivi per frammentare il deposito

4 Set 2017 13:48 - di Redazione

Strano a dirsi, ma anche avere troppi soldi sul conto corrente potrebbe non essere tanto sicuro. Allora è meglio “diversificare”, nel senso di “frammentare il deposito in più rapporti bancari“. È quanto indica “La legge per tutti” che ha stilato un elenco dei rischi. Uno di questi è il fallimento della banca. In particolare, «in presenza di una situazione di indebitamento bancario, la legge prevede un ordine gerarchico “di rischio”, dove i primi della lista sono coloro che perderanno subito i soldi: gli azionisti, i detentori di altri titoli di capitale, gli altri creditori subordinati, i creditori chirografari e, solo alla fine, le persone fisiche e le piccole e medie imprese titolari di depositi per l’importo eccedente i 100.000 euro. Il consiglio è quindi quello di tenere il conto corrente al di sotto di 100mila euro in modo da non rischiare neanche un euro in caso di fallimento della banca».

Soldi in bancia, come evitare brutte sorprese

C’è anche il problema dell’inflazione che determina una perdita di potere d’acquisto. Il consiglio dunque è di «buttarsi in forme di investimento a basso rischio come titoli di Stato oppure obbligazioni emesse da banche solide». Il pignoramento del conto corrente è un altro aspetto da tenere presente. Per lavoratori dipendenti e i pensionati il pignoramento parte solo per importi superiori a 1.345,56 euro, ossia tre volte l’assegno sociale, ricorda “La legge per tutti”, «dunque, lasciando il conto sotto tale tetto non si rischia alcunché, fermo restando il pignoramento delle successive mensilità», con ulteriori limiti. Ci sono poi i rischi connessi alla crisi economica con lo «spettro dell’imposizione fiscale, attuata con decretazione di urgenza». Poter disporre di «un investimento resistente alle fluttuazioni dei mercati (di solito l’oro o gli immobili)» sarebbe l’ideale. Bisogna infine considerare le agevolazioni fiscali perché sui conti corrente con una giacenza media annua inferiore a 5mila euro non si deve pagare l’imposta di bollo.

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