«Per gli islamici la donna è nulla». Parla la “Rosetta” della Ciociara

4 Set 2017 13:38 - di Redazione

È stata protagonista della violenza sessuale più famosa d’Italia. Eleonora Brown, la “Rosetta” figlia di Sophia Loren nel film del 1961 La Ciociara, ha scoperto solo qualche tempo dopo di essere stata violentata. Sul set, infatti, sia il regista Vittorio De Sica che la Loren le hanno nascosto la drammaticità della scena, quella del branco di soldati marocchini alleati che abusano di mamma e figlia nell’Italia occupata del 1943, in piena Seconda Guerra Mondiale. Intervistata dal Quotidiano nazionale, è duro il suo commento in riferimento allo stupro della turista polacca violentata in spiaggia dal branco di africani.  «È il mondo della donna oggetto che non conta nulla, che tutti possono offendere e ferire, fin dal padre che violenta la figlia… Noi e gli islamici, due mondi diversi, anche se nel passato anche noi donne occidentali abbiamo dovuto subire il maschilismo – accusa la “Rosetta” della Ciociara – Nel mondo islamico la donna non vale niente. Stiamo attenti, un giorno saranno più numerosi di noi, ci supereranno in tutto, ci imporranno le loro idee e regole, è la loro vera guerra». 

“La Ciociara”, la Brown racconta la scena dello stupro  

Poi racconta la scena drammatica dello stupro del film. «Ho girato il film, quelle scene di violenza, che avevo quasi 12 anni, ma non capii nulla – spiega l’attrice al Quotidiano nazionale – De Sica e Sophia fecero in modo che non fossi neppure sfiorata dagli attori che interpretavano i marocchini. Tutta finzione. Vittorio per farmi piangere mi disse all’improvviso che mamma e papà erano morti in un incidente. Solo qualche tempo dopo, a Napoli, la mia città dove giravo Il giudizio universale, cominciai a capire qualcosa: le popolane che incontravo mi accarezzavano, mi dicevano poverina quante ne hai passate, convinte che fosse tutto vero. Allora non sapevo neanche cos’era fare all’amore, finché una compagna più grande mi spiegò cosa avevo vissuto nell’interpretare Rosetta». «Lo stupro non è solo una ferita nel corpo, è una lacerazione dell’anima – spiega la Brown – è la continua violenza del maschio contro la femmina, stupri umani o animali, e m’è cresciuta la rabbia in corpo».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *