Non si dimette per non perdere il vitalizio: bufera sul senatore Pd Cuomo

14 Set 2017 12:53 - di Monica Pucci

Non vuole dimettersi per non perdere il vitalizio maturato, nonostante l’incompatibilità tra il suo ruolo di sindaco e quello di parlamentare fosse scattata già da tempo. La vicenda del senatore dem Vincenzo Cuomo è tornata stamattina alla ribalta al Senato, dopo che ieri sera il presidente del Senato Pietro Grasso aveva, in un comunicato, evidenziato che il sindaco di Portici fa ancora in tempo, entro oggi, a scegliere tra il mandato di primo cittadino e quello senatoriale, evitando di avvalersi del diritto al vitalizio parlamentare (che scatta domani). Eletto sindaco di Portici nelle ultime amministrative di giugno, il senatore del Pd sulla poltrona di primo cittadino di Portici siede già da mesi. Il 15 settembre, al compimento di 4 anni, 6 mesi e un giorno, scattano i benefici previsti dalla riforma dei vitalizi del 2011: 608 parlamentari alla prima legislatura matureranno il diritto alla pensione. Circa 1.000-1.100 euro netti di vitalizio, calcolato con il sistema contributivo, da incassare al compimento dei 65 anni.

In apertura di seduta, Carlo Giovanardi (Idea), componente della Giunta delle elezioni che ha esaminato la pratica alla ripresa, ha lamentato che Grasso avrebbe accusato, sconfessandone l’operato, l’organismo di una sorta di favoritismo nei confronti del senatore (concedendogli tre giorni di tempo per decidere). Il socialista Enrico Buemi ha ricordato che i lavori sono ripresi solo martedì scorso dopo le vacanze e quindi “non c’è stato alcun tentativo di dilazionare la questione”. Per Doris Lo Moro (Mdp) “i ritardi accumulati non possono essere scaricati su chi si è trovato a mettere la faccia su una cosa che non gli piace proprio”. Nella circostanza, a difesa del presidente Grasso, che non era in aula, è intervenuto il presidente dei senatori M5S, Enrico Cappelletti, che rispetto alla vicenda Cuomo ha detto: «Se questa cosa per voi è normale, per me è invece scandalosa, mi indigna e dovrebbe indignare questa istituzione. Credo abbia fatto benissimo il Presidente a richiamare il senatore Cuomo a fare uno sforzo, perché ne va anche del suo onore».

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