Libano, così i caschi blu italiani addestrano la 5a Brigata libanese (video)

25 Set 2017 14:27 - di Roberto Frulli

Tecniche di osservazione, gestione del fuoco durante le operazioni con i mortai pesanti e controllo del territorio. Sono state queste le “materie” che i caschi blu del contingente italiano in Libano, inquadrati nella componente Italbatt e costituita dai militari del Reggimento “Lancieri di Montebello” hanno insegnato,  per due settimane, agli ufficiali delle Laf, le Lebanese Armed Forces nell’ambito del Fire Obervation Course .

L’esercitazione finale si è svolta nell’area addestrativa vicina alla base ”Millevoi” di Shama. Ma la complessità del corso e il livello di difficoltà hanno consentito la partecipazione di un esiguo numero di ufficiali delle LAF che, in base al concetto di ”train the trainer”, svilupperanno, ora, a loro volta, l’addestramento dei militari di stanza nei reparti schierati nel Sud del Libano.

L’addestramento delle LAF dislocate nel Sud del Libano è uno dei più importanti target previsti dalla risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, unitamente al monitoraggio costante della Blue Line – la demarcazione di frontiera tra il Libano e Israele voluta dall’Onu per accertarsi  che Israele si sia completamente ritirato dal Libano – attraverso il pattugliamento, nonché al supporto alla popolazione locale attraverso le attività promosse dalle cosiddette Cimic, le unità della Civil and Military Cooperation.

La Task Force ”Montebello’‘, che compone Italbatt con un battle group di ”Lancieri” e uno di ”Granatieri”, ha effettuato decine di corsi a favore delle LAF della 5a Brigata libanese, in particolare nelle attività tattiche connesse al controllo del territorio, forti dell’esperienza maturata nelle precedenti operazioni di homeland security in occasione del ”Giubileo Straordinario della Misericordia” a Roma.

I reparti di manovra schierati in Libano, su base Brigata ”Granatieri di Sardegna”, prima di essere impiegati quali peacekeepers con l’Operazione ”Leonte XXII”, sono stati per tre anni in prima linea a supporto della forze di polizia con l’Operazione ”Strade Sicure”.

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