“È tempo di patrioti”: Atreju in stile tricolore. Ci saranno Minniti e Bocelli

17 Set 2017 13:00 - di Redazione

Una mobilitazione nazionale, come da vent’anni a questa parte, ma quest’anno decisamente “patriottica” per la Festa di Atreju. In programma dal 22 al 24 settembre, il titolo della tradizionale kermesse, da sempre punto di avvio della stagione politica della destra, è tutto un programma in stile tricolore: «È tempo di patrioti». Suo malgrado, la manifestazione è stata posta al centro dei riflettori anche per la rimozione operata da Facebook del video di due minuti girato dalla leader Giorgia Meloni. Un breve filmato, comunque, che indica coloro a cui vuole essere dedicata la manifestazione. Si tratta dei “patrioti delle cose semplici”, dal carabiniere che rischia la vita per 1200 euro al mese, all’operaio che si alza presto la mattina, dagli imprenditori che non delocalizzano alle donne che scommettono sul futuro decidendo di diventare madri (tra l’altro, l’anno scorso Atreju non si fece perché Meloni stava per dare alla luce la piccola Ginevra).      

Atreju, confronto nel centrodestra: ci sarà Toti

Quest’anno il colpo di teatro annunciato è la presenza di un ospite due volte “avversario”, perché del Pd e al governo: il ministro dell’Interno Marco Minniti. Il titolare del Viminale “sfiderà”, nella giornata di sabato 23, la platea sul tema dell’immigrazione. Non è una novità per i giovani di Atreju avere a che fare con politici della barricata opposta: è successo in passato, fra gli altri, con Fausto Bertinotti, Luciano Violante, Massimo D’Alema. Gli organizzatori, d’altronde, sottolineano che Atreju nasce come occasione di confronto tra visioni diverse, anche se partendo, naturalmente, da destra e quindi con tutto il portato di un’impostazione “comunitaria” dell’impegno politico. In questo senso, non sorprende che abbiano partecipato anche ministri come Giuliano Poletti, Graziano Delrio, Roberta Pinotti. Solo Matteo Renzi, anche da premier, ha declinato l’invito di Giorgia Meloni, che pure è riuscita a portare alla festa la presidente della Camera Laura Boldrini. Ci saranno occasioni di confronto nel centrodestra (previsto, fra gli altri, il presidente della regione Liguria Giovanni Toti) ma anche dibattiti culturali, mostre, e presentazione di libri di storia e attualità. Nelle pieghe tra un appuntamento e l’altro, si profila anche un’iniziativa di taglio satirico-goliardico nei confronti del ddl Fiano, ora passato al Senato, sul divieto di propaganda nazista o fascista.

Invitato Andrea Bocelli

Non si trascura la musica, però: se anche in passato sono state invitate star del palcoscenico, stavolta è la volta di un cantante lirico: con Andrea Bocelli, infatti (sempre che il tenore riesca a riprendersi dai postumi della caduta da cavallo), sarà proprio Giorgia Meloni a intavolare una discussione sul patriottismo, insieme tema conduttore della manifestazione ma anche, viene riferito, “orizzonte” entro il quale si intende allevare la futura classe dirigente del partito. Atreju, che prende il nome dal personaggio del romanzo di Michael Ende La storia infinita pubblicato in Italia nel 1981, con il tempo sente di essere cresciuta, ha mantenuto sempre una certa autonomia eterodossa dalla destra politica, prima missina e poi di An. Ora, visto il ruolo propulsore da sempre rivestito da Giorgia Meloni, è più integrata nel movimento che guida.  

Ospite il filosofo marxista Fusaro

Ma la vocazione “irregolare” non sembra venuta meno, con la tendenza ad affrontare temi culturali, spirituali e politici generali spesso trascurati altrove. Lo confermerebbe la presenza del giovane filosofo marxista torinese Diego Fusaro, che incrocia nelle sue opere e nelle periodiche apparizioni televisive, l’analisi del pensatore di Treviri con suggestioni esistenzialiste, sebbene sul suo blog si definisca “allievo indipendente” oltre che di Marx anche di Hegel. Fusaro, che è capace di suscitare reazioni opposte a seconda di chi lo ammira e di chi lo avversa, spende spesso parole infuocate contro la tendenza della società contemporanea ad “economicizzare” e quindi a svalutare le vite degli individui singoli (e delle famiglie) in favore delle macro-esigenze delle multinazionali e delle borse mondiali. Insomma, un “cross-over” metapolitico in grado di stimolare la platea di Atreju e di mettere un po’ di ‘pepe’ concettuale nella nuova declinazione di “patria” in un mondo sempre più interconnesso.

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