Dinanzi al tribunale della storia Colombo non ha nulla da farsi perdonare

4 Set 2017 14:05 - di Mario Bozzi Sentieri

Possono permettersi l’Europa e l’Occidente in generale, a cominciare dagli Stati Uniti, di fare letteralmente a pezzi la propria storia ? La domanda sta al fondo della recente querelle, tutta americana, sulla crociata, capitanata dalla leader della Camera, la democratica Nancy Pelosi, contro i monumenti che ricordano alcuni eroi confederati della Guerra Civile, ma ancor più – per quel che ci riguarda direttamente – per l’epurazione delle immagini e del ricordo di Cristoforo Colombo: Los Angeles cancella il Columbus Day, a Yonkers è stata decapitata una statua del grande navigatore, mentre è stata richiesta la rimozione della statua di Colombo all’angolo sud ovest di Central Park, nel cuore di New York. 

Siamo evidentemente all’inizio di un inquietante processo revisionistico. La data della Scoperta, il dodici ottobre, si avvicina e le polemiche aumentano, con tratti paradossali. Los Angeles non ha infatti solo deciso di abolire il prossimo Columbus Day, quanto anche di sostituirlo con una commemorazione “delle popolazioni indigene, aborigene e native vittime del genocidio commesso dal navigatore italiano”. 

Colombo responsabile di tutti i massacri avvenuti, dopo la sua scoperta, sul suolo americano ? Francamente è troppo. 

Perciò va chiesto qualcosa di più che qualche estemporanea polemica giornalistica in difesa di uno dei simboli dell’italianità. Che cosa ne pensano le autorità italiane, governo compreso ? E la Chiesa Cattolica, che nei secoli ha fatto del grande navigatore uno dei paladini della cristianità ? Non era del resto un caso che la sua ammiraglia fosse intitolata a “Santa Maria” e che tutta l’iconografia colombiana sia segnata dalla croce piantata al momento dello sbarco… Pio IX e Leone XIII hanno perfino provato a farlo Santo … 

Ed ora invece eccoci qui a doverci vergognare per un’appartenenza così rilevante da essere stata contesa a Genova, nel corso degli anni, da decine di città e perfino di nazioni diverse. Oggi Colombo deve essere sentito come un segno dell’orgoglio italiano e come il simbolo di un’identità spirituale su cui ancora si gioca il destino del Vecchio e del Nuovo Mondo. 

Senza complessi d’inferiorità. Senza falsificazioni. Senza semplificazioni storiche. 

Giusto un mese fa, nel sottosuolo di Città de Messico, è stata scoperta una vera e propria “torre” fatta da teschi umani che ha sollevato nuove domande sulla cultura dei sacrifici umani nell’Impero Azteco dopo il ritrovamento anche di migliaia crani appartenuti a donne e bambini tra le centinaia ritrovati nel sito archeologico. 

Nella rincorsa all’indietro si vogliono “celebrare” anche gli imperi sanguinari dell’era precolombiana ? E che dire dei responsabili diretti (Colombo fu oggettivamente inconsapevole delle conseguenze della sua scoperta) dei massacri dei nativi ? La ragione vera dell’odio iconoclasta nei confronti del grande navigatore è che Colombo fa paura, tanto è politicamente e culturalmente scorretto rispetto alla vulgata corrente, al facile pietismo storiografico, ad un terzomondismo becero, ad un pensiero tanto debole da apparire evanescente. 

Al fondo il solito complesso d’inferiorità della cultura occidentale, sempre pronta a chiedere perdono, senza ragione e senza ragioni sostanziali. Di fronte al Tribunale della Storia Colombo non ha niente da farsi perdonare. E noi con lui.

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