Di Maio: «Sì, è ufficiale, mi candido a Palazzo Chigi». E chi se lo aspettava?

16 Set 2017 14:31 - di Romana Fabiani

«Siamo ancora qui, più forti di prima. E ora dobbiamo completare l’opera: andiamo a Palazzo Chigi e facciamo risorgere l’italia. Oggi ho accettato la mia candidatura a Premier per il Movimento 5 Stelle». Un po’ di retorica da salvatore della patria (con tanto di “p” maiuscola) e il gioco è fatto. Luigi Di Maio sceglie Facebook per ufficializzare la sua candidatura a premier della quale si parla praticamente da sempre e sulla quale nessuno nutriva alcun dubbio. 

Di Maio: ho accettato la candidatura a premier

Dopo mesi di liti e veti incrociati, finalmente, ventiquattr’ore fa il blog di Beppe Grillo ha pubblicato le regole per le primarie online che sceglieranno di fatto, oltre al candidato alla presidenza del Consiglio, anche il futuro capo politico del movimento fondato dal comico genovese. Una novità, visto che la retorica del partito del Vaffa day prevedeva un ruolo notarile per il premier, come mero esecutore del programma elettorale varato su Rousseau. Da oggi è aperta ufficialmente la corsa: il primo a sciogliere le riserve, neanche a dirlo, è l’ex enfant prodige Di Maio, il fedelissimo di Grillo.  Sugli altri competitor nessuna ufficialità, per ora. Difficilmente scenderà in pista il bell’Alessandro Di Battista, più probabile Roberto Fico, negli ultimi mesi molto critico verso di Maio. Tra le “novità” del regolamento delle primarie online che si terranno  a gennaio anche l’apertura agli indagati. Una deroga costruita su misura di Di Maio, indagato a Genova per diffamazione in seguito all’epurazione di Marika Cassimatis.

“Uno vale uno”ma anche no

Un’altra novità destinata a scatenare polemiche e a mandare alle ortiche il mantra “Uno vale uno” è la regola che può partecipare alle primarie, dunque sfidare Di Maio, solo chi ha ricoperto una qualsiasi carica elettiva da parlamentare, da sindaco o nelle amministrazioni locali. “Uno vale uno” – lo ha spiegato bene Di Battista qualche giorno fa – «significa che ognuno può dare il proprio contributo, ma non equivale all’orizzontalità assoluta».

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