Addio per sempre Mosca: è in vigore il libero scambio tra Ue e Ucraina

1 Set 2017 15:49 - di Redazione
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L’accordo di associazione tra l’Ue e l’Ucraina da oggi è pienamente in vigore. «Oggi, malgrado tutte le difficoltà, ce l’abbiamo fatta. Con l’entrata in vigore dell’accordo di associazione con l’Ucraina, l’Ue mantiene le promesse fatte ai nostri amici ucraini», ha commentato il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, ringraziando coloro che hanno manifestato «a Maidan e coloro che hanno lavorato duro per riformare il Paese e migliorarlo».

Tra Ue e Ucraina legami più stretti

L’accordo di associazione (“Dcfta” nel gergo comunitario) promuove legami politici più stretti e relazioni economiche più robuste tra le parti, insieme al rispetto dei valori europei. Fornisce un quadro per modernizzare le relazioni commerciali dell’Ucraina con l’Ue, aprendo mercati e armonizzando leggi, standard e regolamenti con le leggi Ue e internazionali. L’accordo di associazione Ue-Ucraina ha una storia travagliata e ha avuto enormi ripercussioni sul Paese già membro dell’Unione sovietica. Nel novembre del 2013 l’allora presidente ucraino Viktor Yanukovich rifiutò di firmare l’accordo di associazione in un incontro della Eastern Partnership a Vilnius, in Lituania.

Da Maidan a Bruxelles

Quel rifiuto, accompagnato dalla scelta di legami più stretti con Mosca (che offriva in alternativa l’adesione all’unione doganale tra Russia, Bielorussia e Kazakhstan), scatenò le proteste della piazza, che culminarono con la destituzione di Yanukovich nel febbraio del 2014, cui seguirono l’annessione della Crimea da parte della Russia nel marzo 2014 e la guerra nel Donbass, iniziata nell’aprile di quell’anno. L’accordo di associazione Ue-Ucraina venne poi firmato dall’Ucraina nel marzo 2014, dopo la rimozione di Yanukovich, per la parte politica, mentre la parte economica venne sottoscritta dal nuovo presidente Petro Poroshenko nel giugno 2014. L’ultimo Paese dell’Ue a ratificare l’accordo sono stati i Paesi Bassi, che hanno ultimato il processo solo nello scorso maggio, a causa di un referendum consultivo tenuto il 6 aprile del 2016, promosso dal blog GeenPeil, che aveva bocciato la ratifica. 

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