Sardegna, il centrodestra ha deciso: niente soldi agli hotel che ospitano migranti

5 Ago 2017 11:59 - di Gabriele Alberti

Una scelta rivoluzionaria arriva, non senza sorprese, dal Consiglio regionale della Sardegna: niente più soldi verranno dati agli hotel che accolgono immigrati. La scelta è quella di puntare tutto sul turismo come volano economico della regione e non sul business dell’accoglienza. L’emendamento è stato approvato con i voti del centrodestra e con qualche “defezione” degli esponenti del Pd, che ora se le stanno dando di santa ragione, come sempre. A proporre l’emendamento era stato il  centrodestra e, come faceva notare anche Italia Oggi, decisivo è stato il voto segreto che ha fatto cambiare idea a qualche esponente del Pd, il partito che esprime il governatore Francesco Pigliaru. Si prevede la presentazione di un nuovo emendamento per annullare quello appena votato, ma per ora i contributi regionali agli alberghi, previsti all’articolo 11 della legge sul turismo attualmente in discussione in consiglio, saranno garantiti solo a quelle strutture che non svolgeranno servizio d’accoglienza ai profughi per i 5 anni successivi alla data di concessione dell’incentivo.

La pena per gli albergatori furbetti che vogliono fre business sulla pelle dei migranti (visto che per ospitarli percepirebbero un sussidio direttamente dallo Stato) sarà la revoca con obbligo di restituzione dei finanziamenti.  Soddisfazione dai vanchi del centrodestra. «Si tratta di distinguere la vocazione turistica dalla semplice accoglienza – ha spiegato il consigliere di Forza Italia Antonello Peru, primo firmatario -. Sarebbe un chiaro segnale a chi ha scommesso sul turismo”. La legge così modificata rappresenta ora una bellagatta da pelare per la maggioranza di sinistra fuori di sé che minaccia di non votare il testo completo della legge sul turismo, centrale per l’economia isolana. Il testo appena votato viene definito “razzista”. Risponde il consigliere Paolo Truzzu, di Fratelli d’Italia: “Non è il caso di scomodare la morale e l’etica. Mi pare solo una questione di buon senso: discutiamo di turismo e questa legge fa una scelta discrezionale”.

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