Ottusità a stelle e strisce. Cancellato dalle sale “Via col vento”: è razzista

30 Ago 2017 11:18 - di Romana Fabiani

America, patria dell’ottusità ideologica. Un cinema di Memphis, colto dal sacro furore mondialista, ha annunciato con strascichi di polemiche la cancellazione di Via col vento, uno dei filmi più famosi a amati della storia del cinema. Il capolavoro tratto dal libro di Margaret Mitchell (razzista? primatista?), 8 premi Oscar e due premi speciali all’attivo, è stato censurato. Il cinema e teatro Orpheum – che proiettava Gone with the wind da 34 anni all’interno di una rassegna di film classici – dopo aver ricevuto «moltissimi messaggi di protesta per il modo in cui nel film sono raccontati i neri» – ha deciso di sbianchettare la pellicola che ha incoronato la indimenticabile Mammy, Hattie McDaniel, migliore attrice non protagonista. La prima nera della storia a calcare il set di Hollywood.

“Via col vento” razzista? Ma per favore…

«Profondo è l’odio che l’animo volgare nutre contro la bellezza», ha ragione Marco Valle, che all’assurda vicenda dedica una riflessione sul suo blog Confini&Conflitti, «di fronte all’iconoclastia politicamente corretta l’avvertimento di Ernst Jünger suona oggi più attuale che mai. L’ondata di follia estiva che attanaglia gli Stati Uniti (e di conseguenza ciò che rimane di questo scassato e misero Occidente) non sembra placarsi…». «Dopo la rimozione delle statue dei condottieri confederati, le minacce alla colonna innalzata ottant’anni fa dalla città di Chicago al trasvolatore Italo Balbo (gerarca fascista ma, anche e soprattutto, un pioniere dell’aviazione) e l’isteria verso la memoria di Cristoforo Colombo – scrive lo scrittore e giornalista triestino –  tocca ora a Via col vento”. Per i liberal americani (e nostrani) urge censurare, cancellare, rimuovere, seppellire ogni narrazione “scorretta”. Basta con Via con il vento, basta Clark Gable, Vivien Leigh, Leslie Howard, Olivia de Havilland. Tutti razzisti, sudisti, cattivi».

Domani è un altro giorno

Il morbo del fanatismo ideologico sconfina nel ridicolo. Così Oltreoceano trovano il tempo di rileggere il kolossal hollywoodiano degli anni Trenta dedicato alle vicende della schiavitù e della guerra di Secessione in chiave politica: il film sarebbe indelicato e diseducativo, «troppo vicino alla visione del mondo dei suprematisti bianchi». Ma che c’azzecca? “Ma mi faccia il piacere”, direbbe Totò. “Da oggi ho una gran voglia di rileggermi il romanzo”, è uno dei commenti che corre sui social. “Fino a quando mio Dio?” direbbe l’arcitaliano Berto Ricci.  Speriamo che la triste notizia made in Usa non arrivi alle orecchie della dolcissima Melania, Olivia de Havilland , unica superstite centenaria di quello straordinario e irripetibile cast.

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