Ong, da Minniti avviso ai naviganti: «Chi non firma il Codice, sarà fermato»

5 Ago 2017 15:48 - di Valerio Falerni

«Chi non firma, sarà fermato». Si potrebbe sintetizzare così l’intervista resa dal ministro dell’Interno Marco Minniti al Fatto Quotidiano in piena polemica agostana sul ruolo, ambito e opaco, di alcune Ong nell’azione di soccorso in mare dei migranti. Minniti ha di recente varato il Codice di condotta per le Organizzazioni non governative. Finora, però, a parte Save the Children e la maltese Moas e altre due Ong, il Codice ha raccolto più rifiuti che adesioni. Tra i primi spicca certamente quello di Medici senza frontiere (Msf), una delle Ong più attive ed esposte nelle operazioni umanitarie.

La sinistra insorge: Minniti? È come Salvini

Un caso a parte rappresenta invece la tedesca Jugend Rettet, la cui nave Iuventa è stata sequestrata per ordine della procura di Trapani e messa a disposizione dell’autorità giudiziaria dopo che un agente italiano sotto copertura ne ha filmato le assai discutibili modalità di intervento. La Ong, infatti, non ha soccorso i migranti alla deriva, ma li ha ricevuti in consegna dagli scafisti come si trattasse di una mercanzia qualsiasi. In più, hanno restituito la barca agli scafisti invece di darle fuoco. Minniti, però, fa professione di ottimismo: «Per firmare c’è ancora tempo», ha detto dopo aver auspicato «una piena assunzione di responsabilità da parte di tutti, compresa Msf». Il Codice di condotta, come ha ricordato lo stesso Minniti, nasce da un’iniziativa parlamentare sollecita dal centrodestra, in particolare da Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato per Forza Italia. Quindi è stato sottoposto al vaglio dei ventotto ministri dell’Interno dell’Ue, poi della Commissione europea e, infine, di Frontex. «Non è un atto unilaterale di un governo fascista», ha tenuto a precisare il ministro dell’Interno.

Gasparri: «Affari sui migranti. Più manette, meno sbarchi»

Un riferimento storico che tuttavia non gli è servito a scansare il fuoco polemico della sinistra. «Minniti – attacca il capogruppo di Sinistra Italiana-Possibile, Giulio Marcon – mette in campo una politica persecutoria e discriminatoria contro la povera gente solo per accreditare il Pd ed il governo come il più autentico interprete della politica della “mano forte” gareggiando con Di Maio e Salvini sullo stesso terreno. Tutto per un pugno di voti in più alle prossime elezioni. Tutto ciò – conclude – è vergognoso».  Di tutt’altro avviso Maurizio Gasparri: «È ora di finirla – dice l’ex-ministro – con la retorica dell’accoglienza e dello spirito umanitario che in realtà nascondono ambigui se non criminali affari. Diciamo basta a questo andazzo che ha portato solo danni all’Italia. Più manette, meno sbarchi».

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