Libia, come diceva il grande Eduardo: “Aveva ragione Haftar…”

4 Ago 2017 14:02 - di Antonio Pannullo

Cosa c’entra Eduardo De Filippo con il generrale libico Khalifa Haftar? Per chi ricorda quel capolavoro che è Il sindaco del Rione Sanità, qualche cosa in comune c’è. Come il cane della commedia, che aveva fatto il suo dovere mordendo una persona che credeva sconosciuta, perché in realtà proteggeva la sua famiglia e il suo territorio, il generale Haftar, ossia colui che ha il controllo reale della Libia, fa lo stesso contro una nazione che in assenza di richieste istituzionali manda le sue navi da guerra nella sua (di Haftar) patria. A parti invertite, sarebbe successo lo stesso, anche se quando le varie motovedette del Maghreb mitragliano le nostre navi peschereccio il governo italiane non reagisce. Ma questa è colpa del governo. Così come è colpa del governo italiano aver puntato subito, per ubbidire all’Unione Europea, sul cavallo perdente, ossia al Serraj, “premier” fantoccio di Tripoli che non controlla non solo la Libia ma neanche la sua città. L’Italia ha immediatamente sposato la causa perdente di al Serraj e della Ue, ottenendo in cambio solo di essere scavalcata dalla Francia nella gestione del Paese africano e delle sue immense risorse. Lo spiega bene una deputata libica, secondo cui “l’Italia dovrebbe collaborare con il generale Khalifa Haftar per contrastare l’immigrazione illegale, in particolare per quanto riguarda il flusso che attraversa il confine meridionale della Libia. Lo ha sostenuto la deputata libica Sultana al-Mesmari. Secondo Mesmari, deputata della Camera dei rappresentanti di Tobruk rivale del governo-fantoccio di Tripoli guidato dal premier al-Serraj, “se l’Italia volesse, davvero, il contrasto dell’immigrazione illegale, allora avrebbe collaborato con l’Esercito libico (sotto il comando di Haftar, ndr) per il controllo della frontiera meridionale della Libia”. E ha aggiunto: ”Noi rifiutiamo qualsiasi intervento italiano nelle acque territoriali libiche senza il via libera della Camera dei Rappresentanti” di Tobruk. “Il presidente del consiglio presidenziale, Fayez al-Sarraj, ha bypassato il parlamento chiedendo direttamente al governo italiano un aiuto per il contrasto al traffico di esseri umani e all’immigrazione illegale. E ciò costituisce un passo indietro” nei rapporti tra i rivali di Tripoli e Tobruk. Al-Mesmari ritiene che ”Serraj non aveva diritto di intraprendere questa mossa in quanto il suo governo è illegittimo, non avendo ancora incassato la fiducia del Parlamento”. Invece, prosegue al-Mesmari, ”ciò che è stato fatto dal maresciallo di campo Khalifa Haftar, dando ordine di impedire a qualsiasi nave straniera di entrare nelle acque libiche, è la giusta procedura. Serraj avrebbe dovuto sottomettere questa sua richiesta al giudizio del Parlamento libico, prima di presentarla all’Italia”.

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