La compagna di Simone Inzaghi salva una bambina che stava soffocando

4 Ago 2017 14:13 - di Redazione

La storia l’ha resa nota Michela Quattrociocche, la moglie di Alberto Aquilani, con la speranza che «possa servire ad incoraggiare le persone a partecipare a un corso di disostruzione pediatrica. Su Instagram, si legge sulla Gazzetta dello Sport, infatti, ha pubblicato una sua foto insieme a Gaia Lucariello, la compagna di Simone Inzaghi, che due giorni fa a Sabaudia, dove entrambe sono in vacanza, ha salvato la vita a una bimba di pochi mesi che stava soffocando con il latte per via delle convulsioni dovute alla febbre. «Sei la nostra eroina», ha scritto Michela all’amica, che ha condiviso l’immagine e ha voluto chiarire: «L’informazione sacrosanta è che tutti dobbiamo essere preparati alla manovra di Heimlich».

La compagna di Simone Inzaghi applica la tecnica di disostruzione

D’accordo con lei tutti i medici, si legge ancora sulla Gazzetta dello Sport, che hanno specificato come se non fosse stato per Gaia la bambina avrebbe avuto problemi seri, per non dire drammatici, e anche chi era presente: «Per tutti noi che eravamo lì – le ha scritto una ragazza – terrorizzati da ciò che stava succedendo, tu sei stata un concentrato di forza e lucidità. Hai salvato una bambina e ci hai fatto piangere di gioia». Compagna di Inzaghi da anni, e mamma del suo secondo figlio, Lorenzo, ha seguito un corso apposito dal dottor Squicciarini ed è riuscita a mantenere la giusta calma e concentrazione per riuscire ad eseguire la manovra nel modo corretto. Questo la farà diventare ancora di più un idolo per i tifosi della Lazio (ma non solo), che da sempre la seguono sui social network (anche perché Inzaghi non ha profili ufficiali) e da ieri le sono affezionati ancora di più. Così come le sarà sempre grata la mamma della bambina che, pur stando ancora in ospedale accanto alla figlia di nove mesi, considera Gaia “il suo angelo”. Lei, dal canto suo, si legge ancora sulla Gazzetta dello Sport, preferisce non entrare nei particolari. E confida di “non sentirsi un’eroina”, ma semplicemente una persona che ha agito in base ad istinto e coraggio. Anche perché il destino ci ha messo lo zampino: non solo lei e i suoi amici erano a cena in una sala accanto a quella della bambina e si sono avvicinati perché allarmati da tutto il rumore, ma Gaia non doveva neanche essere in quel villaggio. 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *