Strage di Bologna, la Procura boccia l’esposto sui presunti mandanti

5 Lug 2017 19:15 - di Paolo Lami

Corre spedito verso l’archiviazione l’ennesimo fascicolo giudiziario sulla strage di Bologna, sempre rimasto contro ignoti, aperto nel luglio 2011 in seguito ad un esposto depositato dall’Associazione dei familiari delle vittime del 2 Agosto 1980, poi integrato da ulteriori memorie, l’ultima delle quali risale al novembre scorso.

L’udienza davanti al gip sulla richiesta di archiviazione da parte della Procura di Bologna dell’inchiesta a carico di ignoti sui mandanti della strage di Bologna del 2 agosto 1980 è stata fissata dal gip Francesca Zavaglia per il 26 ottobre.

L’associazione, guidata dall’ex-parlamentare del Pd, Paolo Bolognesi e assistita dagli avvocati Giuseppe Giampaolo e Andrea Speranzoni, tentava di ricostruire la vicenda dal punto di vista dei presunti mandanti e dei presunti finanziatori della strage di Bologna portando avanti tesi già smentite in precedenza invitando i magistrati a rileggersi gli atti processuali di altri attentati come, ad esempio, le stragi di piazza Fontana, del treno Italicus, di piazza della Loggia e le indagini sui diversi movimenti neofascisti presenti sul territorio nazionale. Insomma la solita aria fritta.

I magistrati bolognesi, però, non hanno accolto le ipotesi avanzate dagli autori dell’esposto e, dopo aver speso quasi sei anni di indagini, hanno chiesto al gip l’archiviazione dell’inchiesta. Che è costata, inutilmente, ai contribuenti italiani una montagna di soldi.

L’associazione aveva anche presentato un dossier, nel 2015, contro l’ex-Nar Gilberto Cavallini, la cui posizione era già stata archiviata nel 2013. Secondo l’ex-parlamentare Pd Bolognesi, Cavallini avrebbe messo a disposizione i covi in Veneto per Francesca Mambro, Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini poi condannati in via definitiva come esecutori materiali della strage di Bologna del 2 agosto 1980 in cui morirono 85 persone e ne rimasero ferite 200. I magistrati bolognesi, in questo caso, hanno fatto notificare in carcere a Cavallini, nei mesi scorsi, un avviso di fine indagine per concorso nella strage. Cavallini ha sempre sostenuto di aver ospitato Mambro, Fioravanti e Ciavardini in Veneto. Ma questa circostanza non è stata creduta dai magistrati che hanno condannato i tre perché, altrimenti, avrebbe smantellato la ricostruzione della Procura. Ora, invece, Cavallini sarà chiamato all’udienza preliminare davanti al gup Alberto Ziroldi fissata per il 20, 27 settembre e per il 6 ottobre prossimi.

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