Spiagge a numero chiuso: ecco cosa prevede la proposta partita dalla Liguria

5 Lug 2017 15:31 - di Prisca Righetti

Spiagge a numero chiuso. Spiagge libere naturalmente, il che potrebbe sembrare un ossimoro e invece è la soluzione individuata dai sindaci di due paesi – Alassio e Laigueglia – dove gli arrivi in massa di turisti e vacanzieri last minute hanno posto, più che altrove, il problema del traffico stradale in tilt e della sicurezza dei bagnanti nei vari lidi presi d’assalto. E così, sulle orme dell’esclusività balneare che la sinistra ha silenziosamente assodato in Maremma – con la perla di Capalbio in particolare – notorio litorale dei vip.

Spiagge a numero chiuso: la proposta dei sindaci di 2 città liguri

Il dibattito è aperto e, dalle spiagge agli uffici delle amministrazioni comunali, rischia di allargarsi a macchia d’olio a molte altre realtà balneari. Anche perché, come facilmente intuibile, limitare gli accessi in spiaggia significa ridurre il numero di bus ammessi in città e attrezzarsi di indispensabile ticket per sostare nelle spiagge libere, oltre che confrontarsi con gli steward preposti a regolare il traffico e a limitare l’accesso in spiaggia a un numero pre-stabilito di persone. O meglio: significa attrezzarsi a reggere l’onda d’urto degli arrivi turistici e predisporre situazioni di sicurezza necessarie ovunque. Non a caso il sindaco di Alassio, Enzo Canepa, come riportato da il Giornale in queste ore, a riguardo ha confermato che «è necessario regolamentare le presenze sulle nostre spiagge libere che per numeri sono paragonabili a quelle delle manifestazioni di richiamo e rappresentano dunque un possibile rischio sotto i profili di ordine pubblico, igiene e sicurezza». Un richiamo all’ordine e a una imprescindibile garanzia di sicurezza pubblica, rilanciato anche dal primo cittadino di Laigueglia che, sempre dalle colonne del quotidiano milanese, a sua volta ha sostenuto: «La nostra cittadina non è in grado di assorbire tutte queste presenze. Dopotutto non esiste bene che non sia normato, e ciò deve valere anche per le spiagge. Si stabilisca il numero massimo di persone ammesse a metro quadro, siano date delle direttive per potersi godere giornate di relax senza rischi per la sicurezza. Il mio è un appello alla prefettura e alla Regione: non sono arrabbiato, sono preoccupato».

Ecco i sindaci che bocciano la proposta della Liguria

Ma se in Liguria l’accesso contingentato e normato alle spiagge sembra essere una necessità e ormai anche un dato di fatto, altrove i sindaci di altre illustri località balneari hanno espresso perplessità, se non addirittura contrarietà, all’eventuale numero chiuso. E allora, «Taormina ha lidi balneari pienamente funzionanti da oltre 40-50 anni. Detto ciò vanno certamente preservate le spiagge libere», ha sostenuto il sindaco di Taormina, Eligio Giardina, mentre ancor più ecumenicamente l’assessore al mare del Comune di Catania, Rosario D’Agata ha sentenziato che «l’accesso alle spiagge pubbliche deve essere consentito a tutti garantendo per quanto è possibile la sicurezza a tutti i bagnanti». E ancora, «non conosco la spiaggia di Alassio così dettagliatamente da poter giudicare con completezza le ragioni rispetto alla scelta di una spiaggia a numero chiuso. Detto questo, sono e resto dell’idea che un bene demaniale è pubblico e quindi deve essere accessibile a tutti» ha dichiarato a sua volta il sindaco di San Michele al Tagliamento-Bibione (Ve), Pasqualino Codognotto, rinviando al mittente l’idea dei colleghi liguri di un numero chiuso per le loro spiagge. Come dello stesso parere si è detto il primo cittadino di Forte dei Marmi, Bruno Murzi, anche in considerazione che «le caratteristiche ambientali e organizzative del luogo non lo richiedono». 

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