“Se il governo vuole, il nostro esercito è in grado di fermare tutti gli sbarchi”

24 Lug 2017 12:36 - di Carlo Marini

L’emergenza sbarchi si può fronteggiare? Sì, schierando l’esercito. A garantirlo il generale di Corpo d’Armata Vincenzo Santo, ex numero due della Nato in Afghanistan, già capo di Stato Maggiore della missione Isaf (International Security Assistance Force). «Abbiamo gli strumenti – dice il generale in un’intervista a Libero – per controllare le coste libiche senza metterci piede. Le rotte migratorie che ci riguardano convergono su Tripoli, da una parte attraverso il Fezzan, dall’altra attraversando prima l’area sud orientale libica per poi percorrere la costa di Aidabiya. La zona da controllare è molto più ristretta di quanto non si pensi. Per prima cosa si dovrebbe attuare il blocco delle navi Ong per impedirne l’effettivo ingresso in acque libiche, per poi andare a colpire a “domicilio” gli schiavisti con le nostre forze speciali catturandoli e trasferendoli nelle nostre prigioni. Tutto questo – prosegue il generale Santo – senza attendere la benedizione di organismi internazionali e senza timore di violare la sovranità nazionale di alcuno. La nostra viene violata ogni qualvolta una nave non italiana ci porta a domicilio quel miserevole carico umano». 

Gli sbarchi e la rivelazione della Bonino

Per l’ex capo di Stato maggiore italiano in Afghanistan, quanto dichiarato da Laura Boldrini e da altri esponenti della sinistra («L’immigrazione è un fenomeno epocale che non si puo fermare») è facilmente confutabile.  Se volesse l’Italia potrebbe colpire e distruggere il traffico di migranti, ponendo fine alla grande invasione. Ma manca la volontà politica e, anzi, i governi a guida Pd, come rivelato da Emma Bonino, hanno tutto l’interesse che gli sbarchi ci siano. Una situazione che alimenta il mal contento tra gli stessi militari.  

Sbarchi e irregolari: la frustrazione dei militari italiani

«I colleghi e i vecchi collaboratori con i quali sono in contatto – rivela il generale Santo – manifestano la stessa rabbia che alimenta, penso, la maggior parte dei cittadini. Del resto, come si fa ad avere fiducia nelle istituzioni quando l’immigrato irregolare che pochi giorni fa a Milano ha accoltellato un poliziotto è stato scarcerato, anche se poi espulso? E magari tornerà. Ed è facile immaginare la frustrazione di chi sta giornalmente in strada per garantire la sicurezza dei cittadini».

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