Renzi ammette: «Con gli 80 euro ho sbagliato, sembravo Wanna Marchi»

10 Lug 2017 18:51 - di Redazione

«Sui migranti mi hanno messo in croce per “aiutiamoli a casa loro”, che è una frase da persone di buon senso». Insiste, Matteo Renzi, quasi in maniera masochistica, e ribadisce quel pensiero contenuto nel suo libro, “Avanti“, a dispetto della valanga di polemiche che gli sono piovute addosso da sinistra ma anche da destra, che lo accusa di avere per anni criticato Salvini e la Meloni sul tema dell’immigrazione per poi copiarne gli slogan e le idee.

Ma l’ex premier non se ne cura. «Salvini lo dice con altro spirito, io lo dico pensando a investimenti alla cooperazione internazionale, la Lega la cooperazione l’ha tagliata», ha aggiunto il segretario del Pd. Nel corso della chiacchierata radiofonica con Rds, Renzi, parlando del suo libro di imminente uscita, ha anche commentato la sua proposta di a sforare il deficit per i prossimi anni: «Ho grande rispetto per commissari europei che siano o meno d’accordo con “back to Maastricht” ma quando arriveremo a discutere di questa soluzione in Europa non potranno che dire di sì. Ma è possibile che l’Europa ci dica cosa fare e poi non è in grado di mantenere gli impegni per la relocation? Ho grande rispetto, ma inizino anche loro a far rispettare agli Stati membri i propri impegni», ha aggiunto il leader dem riferendosi anche alla questione dei migranti. La versione Masaniello d’Europa, che cerca di avvalorare nel suo libro, sembra l’ennesimo bluff dell’ormai conclamato Pinocchio d’Italia. Che però ammette i propri errori fa autocritica, è questa la vera novità: «Nel libro prendo atto di difficoltà e errori. Faccio autocritica, per esempio, sugli 80 euro. Non perchè non fosse una cosa giusta ma per come l’ho presentata, sembravo Wanna Marchi». «La misura degli 80 euro “l’ho presentata come una offerta speciale, non con un ragionamento culturale di politica economica di redistribuzione del reddito che pure c’era -ha spiegato il leader del Pd-. L’avessi fatto con dei premi Nobel m’avrebbero attaccato meno».

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