Rampelli: legge Fiano inutile, uno Stato liberale non punisce i reati di opinione

10 Lug 2017 15:36 - di Francesco Severini

Da una parte Emanuele Fiano, ossessionato dai fantasmi del fascismo, dall’altra un’Italia che combatte con altri problemi e con altri disagi. Ma la risposta che il Parlamento sta per dare è una legge che punisce persino con la reclusione chi vende o indossa gadget relativi al fascismo. Un’assurdità secondo il capogruppo di FdI alla Camera, Fabio Rampelli

Rampelli, è un’emergenza molto sentita questa del fascismo dilagante?

E’ un pericolo che non esiste a meno che non si voglia confondere un certo folklore intorno alle ideologie totalitarie, che peraltro esiste a destra come a sinistra, con un pericolo di restaurazione totalitaria. Io penso che ormai siano stati sviluppati tutti gli anticorpi necessari. La nostra democrazia è solida e nessun pericolo fascista la minaccia. 

Ma reprimere la propaganda del fascismo non è introdurre un reato di opinione?

La legge Fiano configura un reato di opinione. Un conto infatti è perseguire reati contro la persone o l’istigazione a colpire le persone, magari anche facendosi scudo di un’ideologia, un altro conto è perseguire la diffusione di immagini inerenti un periodo storico.  Allora anche lo storico, nello svolgimento del proprio lavoro, se approfondisce un aspetto positivo  di un regime totalitario, come per esempio certe leggi a favore dei più deboli,  commette un reato di propaganda? È  un’aberrazione che rischia di fare apparire le nostre istituzioni fragili. Questo stare sopra le righe rende le istituzioni incapaci tollerare anche coloro i quali diffondo immagini di un tempo che non c’è più. 

Fiano fa l’esempio della spiaggia fascista di Chioggia e poi della lista col fascio littorio nel Comune di Sermide, nel Mantovano…

Esistono già gli strumenti giuridici per giudicare la compatibilità di una lista che esibisce i simboli del fascismo. Non c’è già la legge Scelba? A 70 anni dalla fine del fascismo la democrazia dovrebbe avere strumenti più solidi per difendersi piuttosto che immaginare altri divieti. 

Un altro rischio è quello di legittimare certi atteggiamenti che sono più folkloristici che politici. E’ d’accordo?

Una democrazia liberale per definizione dovrebbe consentire a chi abbia una opinione di poterla esprimere se questo non sconfina in atteggiamenti violenti. Un gadget è un gadget. Se vado a Mosca e trovo un colbacco con la stella rossa su una bancarella non me ne faccio un problema. L’oggettistica non corrisponde certo a un disegno eversivo. Certo in questo modo si rischia di legittimare fenomeni folkloristici che non hanno rilevanza politica e di creare spirito di emulazione. 

Fratelli d’Italia in che modo si opporrà all’approvazione della legge?

Noi ricorderemo provocatoriamente che se sono così allergici al pluralismo delle idee allora dovrebbero essere perseguite anche altre ideologie pericolose perché totalitarie. Esistono forme di propaganda non meno pericolose di quelle che Fiano vuole punire. Se metto una maglietta con la faccia di Mussolini vengo punito e se ne metto una con l’immagine di Osama Bin Laden che succede?

 

Renzi però ha rivendicato la validità di questa legge. A quale scopo?

Renzi non fa mai nulla per nulla e ha una patologia torcicollista: guarda sempre le  cose dal punto di vista delle contraddizioni della sinistra. La legge Fiano lo può aiutare a togliere consensi alla parte estrema della sinistra, questo è il suo calcolo. E poi ha fatto troppi errori recentemente tra cui quello madornale di avere replicato dichiarazioni sui migranti che sono scolpite nel codice genetico della destra italiana da 30 anni. E’ logico che voglia ricostruirsi una verginità usando l’antifascismo. 

 

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