Post “antisemita” di Corsaro su Fiano, è bufera. Renzi: «Si dimetta entro stasera»

12 Lug 2017 14:41 - di Ezio Miles

È bufera sul deputato di Direzione Italia, Massimo Corsaro, reo di aver pubblicato un post su Emanuele Fiano, autore della protesta di legge sul reato di apologia di fascismo, nel quale si allude alle origini ebraiche del parlamentare del Pd. Corsaro ha pubblicato sul suo profilo Facebook una foto di Fiano con questo commento: «Che poi, le sopracciglia le porta così per coprire i segni della circoncisione…».

Apriti cielo. Scende in campo direttamente Renzi, che coglie al volo l’occasione di pronunciare parole veementemente di sinistra per farsi perdonare il fatto di aver recentemente detto cose di “destra” sui migranti e sulla necessità di aiutarli a “casa loro”. «Spero che Corsaro -tuona Renzi –  si dimetta entro  stasera se conosce ancora il significato della parola dignità. Da tutti noi un abbraccio affettuoso alla famiglia Fiano e alla comunità ebraica italiana». «Un deputato di destra, Corsaro, – scrive il leader Pd –  ha insultato il nostro Lele Fiano facendo riferimento alla circoncisione – scrive Renzi – . Per il fatto di essere ebreo, il papà di Lele è stato per mesi in un campo di sterminio dove il resto della sua famiglia è stata uccisa nelle camere a gas. Chi insulta Lele su questo insulta tutti noi, nessuno escluso. Diciamo forte: vergogna!». Contro Corsaro si sono abbattuti anche gli strali di  capigruppo del Pd alla Camera e al Senato, Rosato e Zanda. 

Corsaro: «Fiano porti maggiore rispetto alla sua storia» 

Non s’è fatta attendere la replica di Corsaro. «Sono tristemente dispiaciuto, benché non sorpreso, che sia nata la solita orchestrata speculazione riguardo il mio post sul collega Fiano». «È fin troppo ovvio – rimarca Corsaro – che nella mia battuta – certamente, e volutamente, indigesta ai sacerdoti del politicamente corretto – non vi è e non vi può essere alcuna forma né volontà di antisemitismo, o peggio ancora di coinvolgimento della comunità ebraica in un attacco esclusivo, circoscritto alla figura del deputato piddino che – lui sì – maggiore rispetto dovrebbe portare alla storia da cui proviene, evitando di immiserirla in quotidiane speculazioni ad uso personale». «E – continua – se per davvero qualcuno, in buona fede, ha frainteso la mia espressione, solo verso quel qualcuno mi scuso. Ho piuttosto inteso, con un linguaggio “forte” come – purtroppo o per fortuna – si usa sui ‘social’, ed usando una sua fotografia, dargli del “testa di c…”. Alzi la mano chi non l’ha mai pensato di nessuno. Ed io lo penso di Fiano, di cui ricordo l’impegno ad impedire che – a Milano – ogni anno migliaia di giovani si incontrino per commemorare la figura di un diciassettenne, Sergio Ramelli, che adulto non è mai diventato perché suoi sodali politici di un triste passato gli strapparono la vita a suon di colpi di chiave inglese sulla testa. Questo, e nessun altro, il mio intendimento». «Alla sinistra che rivolta la frittata per celare gli effetti del suo fallimento culturale – conclude il deputato di Direzione Italia – appuntamento nelle sedi politiche per argomentati confronti».

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