Non vogliono far governare Trump: il Congresso vara sanzioni per Mosca

23 Lug 2017 12:24 - di Redazione

Non c’è niente da fare: il Congresso non si è ancora reso conto che Donald Trump ha vinto legittimamente le elezioni presidenziali, e fa di tutto per mettergli i bastoni tra le ruote, impedendogli coasì di fatto di governare e di sviluppare il programma presentato in campagna elettorale. Ora è ancora di scena il fantomatico Russiagate. Dopo settimane di stallo, il Congresso americano ha trovato infatti un accordo sulla legge per imporre nuove sanzioni ad Iran, Russia e Corea del Nord. Dopo il Senato, quindi anche la Camera potrebbe approvare la misura, a cui si oppone con forza la Casa Bianca, che impedirebbe a Donald Trump di revocare le sanzioni a Mosca senza il placet del Congresso. I leader repubblicani della Camera infatti si sono detti d’accordo a votare una versione modificata del testo già approvato al Senato in cui sono state aggiunte misure nei confronti di Pyongyang. Secondo un calendario indicativo, il voto potrebbe avvenire già martedì prossimo. Lo scorso giugno il Senato ha approvato praticamente all’unanimità, 98 voti favorevoli e 2 contrati, il testo in cui si afferma che le sanzioni imposte alla Russia per le sue interferenze nelle elezioni del 2016 potranno essere revocate solo con l’approvazione del Congresso. Cosa che rappresenta un allontanamento della flessibilità che tradizionalmente viene garantita al presidente nella gestione della politica estera. A conferma del sostegno bipartisan dato alla misura, il leader della minoranza democratica al Senato, Charles Schumer ha salutato positivamente l’accordo raggiunto chiedendo una veloce approvazione della misura. “Considerate le molte trasgressioni della Russia, e l’apparente incapacità del presidente Trump di affrontarle, una legge forte sulle sanzioni come quella su cui hanno trovato l’accordo democratici e repubblicani è essenziale”, ha detto il senatore democratico. Non hanno ancora capito chi ha vinto le elezioni, malgrado tutta la stampa si sia schierata contro il presidente.

 

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