L’ultimo saluto a Doddore Meloni, morto in carcere per le sue idee

8 Lug 2017 14:17 - di Gloria Sabatini

Qualcuno lo ha definito il Bobby Sands italiano. Ma a differenza del suicidio in carcere del patriota irlandese, quello di Doddore Meloni non ha fatto notizia. Nessun clamore, e lo avrebbe meritato, nessun campagna in difesa dei diritti e della libertà d’espressione,  nessun titolo di rispetto per la vicenda dell‘indipendentista sardo morto il 5 luglio in prigione  all’età di 74 anni, condannato  per evasione fiscale da uno Stato che non riconosceva suo.  

Morto in carcere per “disobbedienza civile”

Non proprio dietro le sbarre, dirà qualche improvvisato purista del diritto,  Doddore  è morto nell’ospedale del carcere di Uta, dove era stato ricoverato il 29 giugno per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Era un uomo libero. E cocciuto. Un umile, romantico, autotrasportatore che sognava l’indipendenza della sua Sardegna, che rivendicava il diritto a battersi per una società diversa e per  la libertà della sua terra.  Finito in prigione (malgrado l’età avanzata) per evasione fiscale e due denunce per false attestazioni, l’anima storica del movimento indipendentista Meris aveva iniziato uno sciopero della fame e della sete in segno di protesta civile. Non molti giorni fa il magistrato di sorveglianza del Tribunale di Cagliari aveva perfino respinto la richiesta di arresti domiciliari.  Doddore era debilitato da 68 giorni di sciopero della fame e oltre 35 di sciopero della sete, interrotti all’inizio di giugno. Ma era un rompiscatole, un eretico di serie b, senza Santi in paradiso, senza finanziatori occulti, senza entrature nel Palazzo. E così nessuno si è occupato della sua detenzione che si è consumata nel silenzio delle istituzione e nell’indifferenza della stampa nazionale. Perché  il governo dell’accoglienza “senza se e senza ma” non si piega a “negoziare”  con chi sta in carcere…  

Solo ora il caso diventa nazionale

Solo dopo la morte, per un infarto acuto (si legge nella relazione dell’autopsia), il caso  diventa nazionale e si accende il dibattito sulla situazione delle carceri italiane. Troppo tardi.  I funerali di Doddore si svolgeranno domani pomeriggio nella basilica di Terralba, in provincia di Oristano. Da giovedì la comunità sarda è in rivolta. “Ciao Doddore, sempre Meris in domu nostra!” scrive la giornalista Cinzia Isola. E Andrea Matta, giornalista di Radio Golfo degli Angeli, lo ricorda così: “Era il gennaio 2013. Per una serie di interviste in vista delle elezioni politiche intervistai anche Doddore Meloni. Ero convinto che mi desse buca e invece arrivò cinque minuti prima trovando lo studio al primo colpo: “Per anni ho fatto l’autotrasportatore, sono abitato ad arrivare puntuale”. Per quindici minuti parlò a ruota libera di Sardegna e della storia della nostra isola, di Malu Entu e di Meris. Era un personaggio pittoresco (come dicono quelli bravi) ma ha portato avanti le sue idee fino alla fine”.

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