Lido “fascista” di Chioggia, guai per il gestore: ora è indagato dalla Procura

13 Lug 2017 14:20 - di Corrado Vitale

Guai giudiziari per Gianni Scarpa, il gestore del lido “fascista” di Chioggia che ha fatto imbufalire l’Italia del politically correct con le sue trovate volgari e i suoi proclami da osteria. Ora Gianni Scarpa è indagato per “apologia di fascismo” dalla Procura di Venezia in base alla Legge Scelba. Era inevitabile che accadesse,  dopo il putiferio scatenato da la Repubblica proprio alla vigilia (guardacaso) dell’approdo in Aula, alla Camera, della proposta di legge di Emanuaele Fiano che inasprisce le sanzioni per il suddetto tipo di apologia e le estende al web. La Digos, che già lunedì aveva compiuto una indagine al Lido “fascista” gestito da Scarpa, ha trasmesso la denuncia ai magistrati veneziani, che hanno aperto un indagine. 

Il gestore del lido “fascista” andrebbe in realtà sanzionato per oltraggio al buon senso e al buon costume, non certo per apologia di un’esperienza grande e tragica come il fascismo. E nessuno si sarebbe accorto del “lido fascista” di Chioggia se non si fossero levate le grida isteriche dell’Anpi e degli altri antifascisti in  servizio permanente effettivo. La spiaggia gestita dal signor Scarpa sarebbe rimasta quello che è: un lido frequentato da gente amanate della tranquillità, che non si fa problemi di prendere il sole e fare il bagno tra scritte un po’ iperboliche e demenziali. Ma tant’è: in questa Italia rabbiosa e impaurita, anche il folklore d’antan diventa un “pericolo” per la democrazia. 

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