La fine del Patto del Nazareno secondo Renzi: «Ecco come andò…»

11 Lug 2017 16:31 - di Marzio Dalla Casta

La fine del patto del Nazareno raccontata da Matteo Renzi, uno dei contraenti. L’altro era Silvio Berlusconi. E proprio su quest’ultimo il segretario del Pd lascia cadere tutte le responsabilità della rottura di quell’intesa a due, di cui all’epoca molto si è favoleggiato ma del cui contenuto si sa poco o nulla. Tutti (o quasi), tuttavia, ricordano che l’ora fatale in cui il Patto cessò di vivere fu segnata dall’elezione al Quirinale di Sergio Mattarella.

Ennesima anticipazione del libro di Renzi

Un nome, quello dell’attuale presidente, estratto a sorpresa da Renzi ma che indispettì irrimediabilmente Berlusconi, grande sponsor, per l’occasione, di Giuliano Amato . Nei due anni e oltre trascorsi dall’insediamento di Mattarella al vertice della Repubblica, il Cavaliere ha sempre gridato al  tradimento dell’intesa accusando Renzi di inaffidabilità. Ora, però, il Rottamatore offre anche la sua versione di quegli eventi attraverso l’anticipazione del suo libro Avanti. Ed è una versione che ribalta completamente quella del Cavaliere: a detta di  Renzi, infatti, il patto naufragò dopo che Berlusconi si era presentato al Largo del Nazareno, sede del Pd, con un nome per il Quirinale «concordato con la minoranza del Pd», cioè con D’Alema e, forte di questo, gli offriva una sorta di «prendere o lasciare», facendo dipendere da questo anche il proseguimento del cammino delle riforme.

«Sul Quirinale Berlusconi trattò con D’Alema»

Se vera, la ricostruzione di Renzi ha del surreale. Berlusconi, scrive, «mi spiega infatti di aver ricevuto una telefonata da Massimo D’Alema, di aver parlato a lungo con lui, e che io adesso non devo preoccuparmi di niente perché ‘la minoranza del Pd sta con noi, te lo garantisco'”». Una clamorosa ingenuità che, però, stride fortemente con il «prendere o lasciare» di qualche rigo fa. In ogni caso, Renzi la dà per certa invocando a sostegno della sua ricostruzione lo stupore dei partecipanti al tavolo: «Non solo non avevamo mai inserito l’elezione del Capo dello Stato nel patto del Nazareno – scrive ora Renzi -, ma l’idea che Berlusconi abbia già fatto una trattativa parallela con la minoranza del mio partito sorprende anche i suoi. Sono le due di pomeriggio del 20 gennaio: nel salotto del terzo piano di Palazzo Chigi capisco che il Patto del Nazareno non esiste più. Il reciproco affidamento – è l’enfatica conclusione del segretario Pd – si è rotto».

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