«Alfano è la stampella del Pd, non ne potevo più»: Cassano spiega l’addio al governo

22 Lug 2017 11:09 - di Alessandra Danieli
alfano

Fibrillazione nei cespugli del centrodestra, se Angelino Alfano perde i pezzi dalle parti di Forza Italia è polemica sull’accoglienza degli ex. «Con Ncd dovevamo fare, come il nome stesso suggeriva, un nuovo centrodestra in un governo provvisorio. Siamo finiti per fare la stampella di centrosinistra, in un governo che ancora dura», è lo sfogo del senatore Massimo Cassano sul Corriere della sera, all’indomani delle sue dimissioni da sottosegretario al Lavoro, con l’addio a Alternativa popolare e il rientro in Forza Italia. «Dalla riforma dell’Antimafia allo ius soli, non ce la faccio a sostenere certe cose», conclude il figliuol prodigo.

Centrodestra tra veleni e schiarite

A sua volta, dalle colonne de la Stampa, Fabrizio Cicchitto fa la morale e dà lezioni di centrismo. «Premesso che io sto su tutt’altra posizione, reputo che va costruito un centro distinto sia da Renzi che da Berlusconi. Io non a caso ho chiamato “Italia civica” una “bad company”. Mettiamo che si va a votare con il proporzionale, ce la vede una situazione con Fi, Lega, Fdi e poi Italia civica guidata da Costa? Secondo me è una merce che non ha sbocco». Poi presidente della commissione Esteri della Camera bacchetta i centristi che tornano da Berlusconi: «Chi è centrista nel centrodestra vota Berlusconi e Fi – aggiunge – ho l’impressione che quelli che lì vanno a cadere dentro un burrone. Questo però avviene perché Fi non vuole che arrivi nessuno di coloro che si sono separati perché questi dicono allo stesso Berlusconi “noi abbiamo resistito in questi anni e tu ora fai entrare gente che ci ha lasciato e torna alla vigilia delle elezioni?”». Ma non è finita , Gaetano Quagliariello “leader”  di Idea, il gruppo passato con Raffaele Fitto, spiega la sua proposta: «Noi di Idea – Popolo e libertà siamo nati nel 2015, uscendo da Ncd e dalla maggioranza e abbiamo un gruppo parlamentare insieme al Pli, collocato nel centrodestra e nella componente liberale, cristiana e conservatrice. Rispetto a questa iniziativa, quella di Italia civica è un’altra cosa, è una cosa differente». Quanto alla legge elettorale Quagliariello non perde la speranza: «Penso che sarà più facile riuscire nell’impresa se si parte dal Senato, lì i numeri sono più incerti. Bisognerebbe avere come base il testo della Camera che si è bloccato e operare cambiamenti. Insomma, un tedesco modificato, compatibile con un premio di maggioranza per le coalizioni». Molto scettico, invece, sul rientro nel centrodestra da parte dei centristi al governo: «Credo che sia difficile immaginare un’alternativa a un governo di centrosinistra da parte di chi sta ancora all’interno di quel governo. Quei centristi che vogliono ricollegarsi a un percorso di centrodestra dovrebbero impegnarsi a costruire un ponte programmatico credibile per ricollegarsi a una vicenda e a una storia».

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