Web e Ius soli: ecco il video-choc della piccola islamica che taglia la testa al..(VIDEO)

17 Giu 2017 13:16 - di Ginevra Sorrentino

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La campagna contro lo Ius soli su Facebook entra nel vivo: e in tuta la sua crudezza mostra l’altra faccia dell’accoglienza coatta e del ddl sulla cittadinanza agli immigrati che, tra le righe del testo approdato in Aula, di certo non ricorda questi nomi, questi volti, questi macabri accadimenti e queste inquietanti possibilità stigmatizzate in alcune immagini che – tra video e fotografie – riperticano l’orrore di certa immigrazione islamica, recente e prossimo venturo?

L’ultimo video choc che gira sui social induce a una riflessione sullo Ius soli

Una sequenza sconcertante di scatti e contenuti multimediali che rievocano l’orrore possibile e lo sconcertante indottrinamento che la scuola di pensiero islamico a certi livelli impone. E allora, fa orrore davvero al sequenza condivisa su Facebook di una bambina dalla voce acerba e dall’abbigliamento da adulta che, in burqa integrale, intona un motivetto che nella sua ossessività prelude allo sgomento che sta per arrivare. La piccola, completamente coperta dall’abito tradizionale nero brandisce un coltello per tutto il tempo della “canzone” poi, nel giro di poche immagini registrate, agguanta un bambolotto, simbolo di quella che dovrebbe essere l’infanzia dorata e spensierata, e lo decapita con maniacale precisione. Poi, non ancora del tutto soddisfatta, impugna la testa e la mostra fiera come fosse un trofeo alla telecamera, rievocando altri scempi, altri orrori, di cui ha ovviamente già contezza, perpetrati in quei casi su esseri umani sacrificati sull’altare di un odio e di una efferatezza tipica dei miliziani jihadisti, dell‘Isis, di Al Quaeda, di Boko Haram, di Al Nusra, ormai fa poca differenza.

Una cultura impossibile da innestare sul nostro terreno sociale

Pensare che con quegli interminabili sbarchi di migranti e profughi che si ripetono ininterrottamente ormai da anni potrebbero arrivare anche ragazzini come quella immortalata nel video diffuso sui social. Che una cultura di questo genere possa arrivare a radicarsi sul nostro terreno sociale, dove grazie a un diritto di cittadinanza elargito con grande generosità e facilità, bambini come la protagonista del video, e altri come lei, potrebbero arrivare, crescere, agire, votare, in nome di un innesto demografico acclamato e favorito con il benestare di governanti “alternativi” che considerano questa diversità una «risorsa» da valorizzare, deve – imprescindibilmente – indurre a una riflessione. Sullo Ius soli, e non soltanto…

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