Un sindaco si ribella: «Non mandateci più migranti. Non sapete neanche chi sono»

2 Giu 2017 19:05 - di Redazione
migranti referendum

Gianni Testi, sindaco di Pastrengo, cittadina alle porte di Verona, è sul piede di guerra dopo l’arrivo di nuovi migranti. Tre giorni fa si era scagliato duramente contro le Prefetture accusandole di imporre ai Comuni gli immigrati. Ora ha scritto una lettera aperta a tutti i suoi concittadini dopo aver appreso dalla Prefettura di Verona che i richiedenti asilo verranno alloggiati in un edificio privato. «Sono ormai letteralmente stanco di dover periodicamente dedicarmi a questa problematica dei migranti per farvi aggiornamenti a riguardo. Si ribadisce per l’ennesima volta che non è di competenza degli enti locali occuparsene. Il problema è del potere centrale di Roma e là deve essere risolto!», si legge nella lettera aperta a tutta la cittadinanza e riportata dal Giornale.

La lettera aperta del sindaco: «Basta migranti»

Lo scritto prosegue sottolineando quanto sia non idonea la scelta dell’alloggio dove ospitare gli esuli. «Nello specifico – scrive il sindaco – ho già chiesto di ricevere rassicurazioni dalla Prefettura per quanto riguarda l’aspetto sicurezza pubblica ma soprattutto sanitaria». A quanto pare infatti, si legge ancora sul Giornale, gli ospiti sono persone sbarcate da pochi giorni sulla penisola, per cui senza alcun riconoscimento foto segnaletico e, probabilmente, anche sanitario. «Visto che il sindaco è il responsabile locale di pubblica sicurezza e sanitario attendo adeguato riscontro (per iscritto) in merito alla regolarità delle relative procedure. Ho, altresì, interessato l’ufficio tecnico di verificare i criteri di agibilità dell’immobile. È emerso che l’ultimo piano mansardato ne è sprovvisto, al che è già stata inviata apposita missiva per comunicare il quanto. Mi auguro che siano prese le dovute misure ex lege».

Il sindaco: «Prima le necessità dei nostri cittadini…»

Poi Testi, si legge ancora sul Giornale, torna a puntare nuovamente il dito contro i “poteri alti”: «Telefonate ad ore improbabili notturne o nei week-end, quando si è perfettamente a conoscenza della chiusura degli uffici comunali e si rende difficile poter intavolare discussioni di mediazione o rendere edotta la popolazione locale del fatto». Immancabile, si legge ancora sul Giornale, un accenno allo Sprar al quale Testi non ha aderito a causa delle gravissime lacune a livello normativo e della carenza di risorse all’interno degli uffici. «Tra gli obblighi (legati allo Sprar) vi è anche quello di trovare un lavoro a queste persone. Sinceramente questa Amministrazione, per una questione di rispetto e correttezza, ritiene di soddisfare prima le necessità dei propri cittadini che quelle di sconosciuti di cui non si conosce nulla del loro passato».

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