Torino, l’autopsia sul neonato conferma la caduta dal secondo piano

1 Giu 2017 14:38 - di Redazione

È stato gettato in terra, forse lanciato dalla finestra. L’autopsia sul corpino del neonato trovato agonizzante sul ciglio di una strada a Settimio Torinese (e morto poco dopo in ospedale) ha rivelato che le lesioni sono compatibili con una caduta dal secondo piano, lo stesso piano a cui si trova l’abitazione dove la mamma vive con il compagno e un’altra figlioletta. Nelle prossime ore è previsto l’interrogatorio di convalida del fermo per la donna 34enne che ha confessato l’orrore. La signora, ricoverata dopo il fermo in ospedale per gli accertamenti del caso, dovrebbe essere dimessa in mattinata e trasferita in carcere.

Neonato, l’autopsia conferma la caduta

Nel corso dell’interrogatorio che dovrebbe svolgersi nel carcere torinese delle Vallette, il gip insieme al pm cercheranno di chiarire la dinamica dei fatti, in particolar modo i momenti successivi al parto. Durante il primo interrogatorio fiume la scorsa notte in procura ad Ivrea, infatti, la donna, dopo aver ammesso di aver dato alla luce il bimbo in bagno, ha detto di non ricordare nulla di cosa è accaduto dopo.  «La cosa che ha più ci ha colpito, nel corso delle indagini – ha detto il procuratore di Ivrea, Giuseppe Ferrando – è stata l’apparente tranquillità della donna, che dopo aver partorito ha accompagnato a scuola la prima figlia. Dopo l’interrogatorio pensava di tornare a casa, ha sostenuto di non sapere di essere incinta e anche il marito non ne era al corrente». Nei prossimi giorni, infine, saranno compiuti ulteriori accertamenti sui reperti biologici prelevati durante l’autopsia.

L’intervento della Societa italiana di neonatologia

Sulla tristissima vicenda è scesa in campo la Società italiana di neonatologia con un messaggio per arginare e prevenire il fenomeno dell’abbandono dei neonati. «Le mamme devono sapere che non sono sole. E che se non vogliono tenere il proprio bambino possono contare su una rete di supporto psicologico e di assistenza che garantisce il totale anonimato. L’abbandono dei neonati e l’infanticidio, due problemi purtroppo ancora molto diffusi, si combattono con un’azione di prevenzione, informazione e comunicazione sistematica e continuativa che riesca a giungere a tutte le donne in gravidanza, soprattutto le più sole e abbandonate»

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