Il terrorista Youssef Zaghba era una risorsa che sarebbe piaciuta alla Boldrini

6 Giu 2017 16:17 - di Carlo Marini

«Youssef Zaghba, il terzo attentatore di Londra, era di Bologna aveva la nazionalità italiana: da oggi non esportiamo solo eccellenze». L’amaro cinguettio di un commentatore su Twitter vale più di un editoriale. Sui Social network i commenti si susseguono e ricostruiscono una vicenda, per certi versi, paradossale.

Zaghba aveva detto ai doganieri italiani: “Vado a fare il terrorista”

«Adesso qualche testa vuota dirà che “Youssef Zaghba” era italiano e l’immigrazione e integrazione non hanno nulla a che fare col terrorismo!», si legge in un altro cinguettio tra i più ritwittati. Quando venne fermato all’aeroporto di Bologna, nel marzo di un anno fa, secondo quanto scriveva all’epoca il Resto del Carlino, il futuro attentatore era stato esplicito con gli stessi doganieri: “Vado in Siria a combattere contro gli infedeli”. Insomma, quasi un’autocertificazione di terrorismo. Il giovane italo-marocchino aveva detto alla madre di essere diretto a Roma. In realtà aveva preso un biglietto di sola andata per Istanbul, senza bagagli. La cosa aveva insospettito i nostri inquirenti che lo avevano etichettato come sospetto “foreign fighters”.

May nei guai: Zaghba era stato segnalato a Londra dal Viminale

Secondo quanto riportano le autorità italiane l’aspirante terrorista era stato segnalato nell’aprile 2016 agli uffici del controspionaggio britannico MI5. Una fonte del Viminale ha confermato al Guardian che Zaghba  era stato segnalato alle autorità britanniche (quando Theresa May era ministro dell’Interno) nel momento in cui è arrivato a Londra.

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