Sicilia, Crocetta indagato: piange e attacca tutti, anche i suoi assessori

8 Giu 2017 14:46 - di Alberto Cardillo

Ancora una volta per la Sicilia sarà un finale di legislatura molto travagliato, per non dire tragico. Ad affondare il colpo sulla già molto precaria crisi politica dentro e fuori il centrosinistra siciliano, c’ha pensato la Procura di Trapani, indagando, tra gli altri, il presidente della Regione e paladino dell’antimafia, Rosario Crocetta.

Le lacrime di Crocetta

Davanti ai cronisti piange, si difende, riavvolge il film della propria vita, e poi passa improvvisamente dalla disperazione alla rabbia, attacca frontalmente il suo assessore alle infrastrutture, Giovanni Pistorio. Un tramonto da cavalleria rusticana in tono davvero molto modesto. Certamente Crocetta mai avrebbe pensato di concludere il suo mandato in tribunale, da indagato per un reato infamante. Per l’appunto l’ex sindaco di Gela è indagato per concorso in corruzione, ed in questi giorni si è recato al palazzo di giustizia di Trapani con il suo avvocato, Vincenzo Lo Re, ed è rimasto per quasi cinque ore nella stanza con i magistrati dell’inchiesta “Mare Monstrum” sul sistema Morace. Un interrogatorio molto lungo, tanto quanto quello dei tre arrestati. In precedenza era stata ascoltata l’ex sottosegretario ai Trasporti Simona Vicari, dimessasi proprio per questa inchiesta.

Clima da fine impero tragicomico

Crocetta ha confermato ai giudici d’aver dato il suo placet al prolungamento dei collegamenti con le isole Eolie, ma ha negato che la questione fosse in qualche maniera connessa al contributo da cinquemila euro versato da Morace al suo movimento Riparte Sicilia. Ma secondo le ricostruzioni trapelate, il presidente ha parlato anche della sua vita privata, del presunto amore per un abitante di Filicudi, delle difficoltà a Gela in quanto gay dichiarato, ed altri particolari che nulla c’entrano con l’indagine. In questo clima da fine impero tragicomico, Crocetta guarda anche alle intercettazioni di suoi ex fedelissimi, e alle cose che di lui hanno detto. Il primo che certamente ne farà le spese sarà Giovanni Pistorio, l’assessore alle Infrastrutture che Crocetta non vorrebbe più vedere. Nel bunker non c’è più spazio per chi, sia pure in conversazioni private che non sapeva fossero intercettate, lo avrebbe ripetutamente offeso e dileggiato. Le scuse di Pistorio sono arrivate solo ieri, ma probabilmente non basteranno. Certamente ai siciliani dopo cinque anni di fallimenti, non basteranno le scuse né di Crocetta né delle decine di assessori che si sono succeduti sino ad oggi.

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