“Salviamo i Sacrari militari”: appello di Donazzan alle associazioni d’Arma

1 Giu 2017 18:22 - di Redazione

“Alla vigilia del 2 giugno e ad un anno dalla chiusura delle commemorazioni per il Centenario della Grande Guerra, vorrei condividere con voi la mia preoccupazione per i nostri Sacrari Militari“. Esordisce così l’assessore regionale del Veneto, Elena Donazzan, in una lettera inviata a Sebastiano Favero ed Antonio Baretta, rispettivamente presidente dell’Associazione Nazionale Alpini e presidente dell’Associazione Nazionale del Fante. “I Sacrari rappresentano la nostra identità, l’eroismo e lo spirito di sacrificio con cui i nostri padri e nonni difesero la Patria, l’amore di chi per un’ideale seppe rinunciare al bene della vita – riprende Donazzan -. La Grande Guerra, ormai è riconosciuto da molti storici, riunì veramente l’Italia sotto un’unica bandiera: ragazzi provenienti da ogni parte d’Italia divennero fratelli vivendo fianco a fianco nelle trincee e sui campi di battaglia e, alla fine, riposando fianco a fianco in quei Sacrari che ci testimoniano la grandezza del loro sacrificio”. “Spiace, pertanto, constatare che la Struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale, istituita con decreto del Presidente del Consiglio il 14 dicembre 2012, con il nome di ”Struttura di missione per la commemorazione del centenario della prima guerra mondiale”, non abbia ancora proceduto a finanziare tutta una serie di interventi di messa in sicurezza, riqualificazione e ripristino dei nostri Sacrari, che come ben tutti sappiamo abbisognano di lavori seri e tempestivi, per poter continuare ad esercitare quel ruolo legato alla memoria di un popolo che, in quei luoghi, ritrova la Patria”, sottolinea. “Sarebbe dunque auspicabile – aggiunge l’assessore regionale – che tutti noi, con diversi ruoli e responsabilità, ci unissimo per denunciare questa situazione. Chiedo il vostro aiuto anche come presidente del Comitato Riapriamo il Tempio Ossario una iniziativa spontanea, che ha coinvolto cittadini innamorati della propria terra e della storia che la circonda, i quali, unendo le risorse private a quelle pubbliche, hanno permesso la riapertura del Tempio, simbolo per Bassano del Grappa e per l’Italia. Ora, però, ci serve quell’aiuto che pur essendo stato promesso dal Governo, mai è arrivato”, conclude.

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