Pisa, il gioielliere: «Mia moglie era sotto tiro, ho sparato per salvarle la vita»

14 Giu 2017 14:38 - di Alessandra Danieli

«Ha esploso tanti colpi, ha mirato verso mia moglie. Io mi sono solo difeso, ho sparato per salvare la vita mia e di mia moglie. In terra ci sono ancora tanti bossoli». Sono le poche  parole rilasciate agli inquirenti da Daniele Ferretti, il gioielliere di Pisa che ha reagito alla tentata rapina nel suo negozio, colpendo a morte uno dei due balordi  e mettendo il fuga il complice armato. «Il primo a sparare è stato lui, il rapinatore», racconta al Corriere l’uomo che da ieri sera è chiuso nella sua casa di Ghezzzano alle porte di Pisa, dove vive con la moglie Giuliana.

Pisa, il gioielliere: ho sparato per salvare la vita di mia moglie

In mattinata i carabinieri, che insieme alla polizia stanno indagando sulla tentata rapina alla gioielleria Ferretti, hanno ritrovato l’auto che i ladri hanno utilizzato per raggiungere via Battelli. Si tratta di una Fiat Panda grigia metallizzata che si trovava in un parcheggio non lontano dalla gioielleria. L’auto, targata Asti, risulta essere stata rubata, ed è ora a disposizione degli investigatori per le analisi scientifiche. È ancora da chiarire se il bandito ucciso, un 30enne di origini straniere, abbia agito con uno o più complici, così come è ancora da verificare la dinamica della tentata rapina e della conseguente reazione del gioielliere.  Secondo quanto emerso fino a ora, Ferretti avrebbe estratto la sua arma dopo che i banditi, a loro volta armati, avrebbero minacciato la moglie che si trovava in negozio. Il gioielliere avrebbe intimato ai malviventi di andarsene, ma uno di loro avrebbe sparato verso la moglie senza colpirla. A quel punto ci sarebbe stata la reazione del gioielliere.

Indagato per omicidio, un atto dovuto

«Secondo quanto ci risulta allo stato sarebbero stati sparati otto colpi, due da parte dei banditi e sei dal gioielliere due dei quali andati a segno di cui uno mortale», ha  detto il procuratore di Pisa, Alessandro Crini, incontrando i giornalisti. Intanto il  gioielliere è stato iscritto nel registro degli indagati, con l’ipotesi di omicidio, come atto dovuto nell’ambito delle «necessarie attività di garanzia» nell’inchiesta. Il procuratore capo Alessandro Crini con il sostituto Paola Pizzo, titolare dell’indagine, hanno proceduto all’iscrizione anche in vista dell’autopsia sul cadavere del rapinatore, non ancora identificato. Questo permetterà a Ferretti di partecipare tramite un avvocato difensore e un consulente tecnico agli accertamentii disposti dal magistrato sulla salma. La Procura, ha spiegato il procuratore Crini, «ha fatto un’attenta valutazione della vicenda e l’iscrizione del gioielliere nel registro degli indagati è un atto dovuto  anche nella prospettiva dell’applicazione delle nome in vigore sulla legittima difesa». Se verrà riconosciuta, scagionerà completamente il gioielliere.

La solidarietà dei cittadini

Intanto cresce la solidarietà intorno al gioielliere, vittima in passato di altre rapine, nella più drammatica era stato accoltellato dai banditi che poi lo avevano lasciato a terra nel suo negozio in un lago di sangue abbassando la saracinesca. In città sono in moltissimi a esprimere la loro vicinanza nei confronti di Ferretti postando centinaia di messaggi sui social o recandosi davanti alla gioielleria. C’è chi sta pensando di organizzare una fiaccolata a favore del gioielliere per chiedere maggiore protezione e soprattutto impunità per chi si difende. Durissima la presa di posizione del vicepresidente della Confcommercio di Pisa: «Sono convinto – ha detto – che l’unica vittima di questa tragedia sia Daniele Ferretti che negli ultimi anni ha subito altre rapine».

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