Palermo, la sfida del giovanissimo La Vardera alla politica che sa di muffa

9 Giu 2017 12:23 - di Redazione

Sono otto i candidati in corsa per la carica di sindaco, cinque in meno del 2012, e ben 20 liste collegate: questi i numeri delle elezioni comunali di domenica a Palermo, giornata che vedrà al voto anche 30 comuni della Provincia, tra cui Cefalù e Termini Imerese. Sette le liste a sostegno di Leoluca Orlando, sindaco uscente. Sette quelle che supportano Fabrizio Ferrandelli, il candidato che vuole imitare Macron, proviene dalle file della sinistra ma ha ottenuto anche l’appoggio di Udc e Forza Italia.

Il Movimento Cinque Stelle sostiene Ugo Forello ma sulla campagna elettorale hanno pesato non poco le polemiche relative all’inchiesta sulle firme false per le liste presentate alle comunali del 2012: circostanza che ha danneggiato non poco l’immagine di Forello.

La destra infine sostiene Ismaele La Vardera, 23 anni, il più giovane candidato a sindaco, portato da Fratelli d’Italia e Noi con Salvini. Ignazio la Russa lo ha definito il “Dybala dei candidati sindaco” e lui si definisce un Davide che sfida i Golia della politica, anche perché in una città come Palermo ha affrontato la campagna elettorale con un budget di soli 25mila euro. Dinanzi ai trasformismi che hanno caratterizzato le alleanze per le comunali La Vardera è molto critico: “Siamo di fronte a un finto civismo – ha affermato in un’intervista a Palermotoday – a liste farlocche che prendono in giro gli elettori. Il Pd diventa Dp. La verità però è che Orlando, per fare un esempio, sta con Crocetta, che in questi anni ha bersagliato di attacchi. A Palermo, inoltre, un centrodestra che non c’è più ha deciso di appoggiare Ferrandelli, un candidato che viene dalla sinistra. Siamo noi il vero centrodestra. Noi non prendiamo in giro gli elettori, ci presentiamo con i partiti e i loro simboli”. Punto cardine del suo programma: prima i palermitani poveri, poi il dovere di accoglienza verso i profughi. “La Sicilia – afferma – non si può accollare da sola i costi della solidarietà verso chi scappa dalle guerre”. 

 

 

 

 

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