La “satira” del “Fatto” su Salvini: è solo cacca, attenti a non pestarla

21 Giu 2017 18:40 - di Giacomo Fabi

Sarà pure satira, però qualcuno dovrebbe spiegarci perché è satira, dogmaticamente satira, solo se da sinistra colpisce a destra, mentre è volgarità, oltraggio e pecoreccio dileggio se la direzione è quella opposta. Ancora ci ronza nelle orecchie il molesto brusio che si sprigionò contro Vittorio Feltri per l’allegorico titolo sulla «patata bollente» di Virginia Raggi. Erano i giorni clou dell’inchiesta sul Campidoglio e da più parti si malignava sui motivi che avevano indotto tal Salvatore Romeo, amico della sindaca di Roma, a nominarla quale beneficiaria di alcune polizze-vita. Ma erano anche i giorni di massimo disagio politico per Grillo e i suoi. Sotto l’aspetto squisitamente politico, non v’è dubbio alcuno che la Raggi fosse effettivamente una «patata bollente». Certo, Feltri intendeva anche altro, ma – vivaddio – il doppio senso richiede pur sempre raffinatezza, capacità di alludere senza dire, lasciar intravedere anziché svelare. Ma non bastò a fermare il plotone d’esecuzione dei soliti indignati, tra cui Andrea Scanzi, firma di punta del Fatto Quotidiano. Chissà se lo stesso Scanzi avrà avuto almeno un sussulto nel leggere, sul suo stesso giornale, la vignetta di Mannelli in cui è raffigurato un Matteo Salvini chiuso a tenaglia dal seguente, leggiadro commento: «Ius soli: perfino questa COSA ha il diritto del suolo. Ed è giusto così. C’è solo da far occhio a non pestarla». Più che doppio senso, qui siamo al senso unico: Salvini è una merda, da non pestare solo per c’insozzerebbe le scarpe. Ma poiché a pubblicarla è il giornale diretto da Marco Travaglio, a nessuno – ne potete star certi – verrà in mente di dubitare che sia arte pura, satira vera, nobile e coraggioso esercizio di irriverenza verso il potere. Che poi il bersaglio sia uno come Salvini, che di potere non sembra poi averne tanto, è materia secondaria. L’importante è far capire che su certi temi, e lo Ius soli tra questi, è vietato cantare fuori dal coro. E chi lo fa, rischia grosso. Parola di satira.

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