Gabrielli: “C’è il rischio di non capire subito la pericolosità dei radicalizzati”

7 Giu 2017 17:00 - di Redazione

“C’è la tendenza a comunicare alert che vanno ad alimentare le banche dati delle varie forze di Polizia ma non sempre si può definire in modo preventivo un certo tipo di percorso di radicalizzazione”. Lo ha detto il Capo della Polizia Franco Gabrielli nella conferenza stampa al termine del vertice dell’European relationship for mediterranean security (Ermes) con i capi della polizia di nove Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, riferendosi alle numerose segnalazioni che si registrano. “C’è un flusso informativo alluvionale e generico di soggetti segnalati in merito a percorsi di radicalizzazione che non necessariamente possono essere apprezzati da subito per la loro pericolosità”, sottolinea Gabrielli. “È il senno del poi che cambia la prospettiva: se mettessimo in fila le migliaia di segnalazioni che quotidianamente arrivano sui nostri tavoli rispetto agli esiti che ne scaturiscono, avremmo la rappresentazione plastica dello spread tra ciò che si teme e ciò che accade”. Sul fonte dei flussi migratori “oggi la maggiore criticità è quella del Mediterraneo Centrale e quel che ci preoccupa di più è il traffico di esseri umani che deve essere sempre più stigmatizzato e contrastato”. Lo ha detto il capo della Polizia. “Il fatto – ha aggiunto – che ci siano persone che lucrano, che usano crudeltà nei confronti di esseri umani deve essere al vertice delle nostre attenzioni”. In particolare sul vertice di oggi, Gabrielli ha spiegato: “Abbiamo stilato una dichiarazione di intenti, un vestito che si dà in questi incontri, l’importante, spiega Gabrielli, “è no sotto il vestito niente ma che sotto il vestito ci sia grande sostanza, ed è anche l’impegno che ci siamo assunti oggi di rivederci nei prossimi mesi su temi specifici” per affrontare le criticità “non solo nei singoli Paesi ma “nelle modalità di collaborazione che esistono tra le nostre organizzazioni.

I capi delle polizie concentrati sui foreign fighters

I capi di Polizia di Cipro, Croazia, Francia, Grecia, Italia, Malta, Portogallo, Slovenia e Spagna, dopo aver affrontato i temi relativi alle minacce derivanti dal terrorismo di matrice internazionale e dai traffici illeciti della criminalità organizzata transnazionale, hanno convenuto di rafforzare la partecipazione alle principali iniziative in ambito europeo per monitorare il fenomeno terroristico, in particolare quello dei foreign fighters attraverso gli efficaci strumenti di Europol. E ancora hanno convenuto di migliorare lo scambio di informazioni operative, facilitando la condivisione di notizie tra servizi di intelligence e Forze di polizia in materia di terrorismo; incrementare la collaborazione per il contrasto al fenomeno migratorio illegale e per il rimpatrio dei migranti in posizione irregolare, in condizioni di sicurezza e nel rispetto dei diritti umani, nei Paesi di origine e di transito dei flussi; promuovere la realizzazione di progetti e l’impiego di fondi europei finalizzati alla formazione professionale delle Forze di polizia dei Paesi terzi del Mediterraneo interessati dai flussi migratori irregolari; promuovere le iniziative europee per sviluppare la capacità dei Paesi terzi a rafforzare i controlli di polizia di frontiera; rafforzare la collaborazione operativa per il contrasto alle organizzazioni criminali transnazionali, con particolare riferimento ai traffici illeciti di droga, armi e migranti, nonché alla tratta di esseri umani e rafforzare i contatti e lo scambio di informazioni sulle problematiche comuni, nonché avviare iniziative per l’aggiornamento sulle tecniche investigative e sulle innovazioni tecnologiche in materia di cybercrime.

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