Clima, frasi teatrali per la scelta di Trump. Ma ha fatto bene lui…

2 Giu 2017 11:41 - di Antonio Pannullo

Bisognava solo dire sì? Non c’era scelta alla ratifica dell‘accordo di Parigi sul clima? L’accettazione del protocollo sull’ambiente era solo una formalità? A quanto pare è così: quello dell’ambiente ormai è un tema che non si può toccare, si deve solo dire “sì” a quello che decidono i potenti della terra. “O si fa come diciamo noi, o sei cattivo”, è l’elementare ma efficace messaggio che si manda a chiunque osi mettere in dubbio quella che è diventata una delle più fanatiche religioni del pianeta, al pari degli altri fondamentalismi. E purtroppo anche l’opinione pubblica, distratta e superficiale, è stata abbindolata da decennali campagne stampa massicce, in cui le masse sono state convinte che chiunque abbia una diversa opinione sul modo di preservare l’ambiente da quella imperante, è un bieco inquinatore. Ovviamente non è così, come per tutti gli altri fondamentalismi, e Donald Trump è uno che ha la cattiva e pericolosa abitudine di pensare con la propria testa e di non adeguarsi al pensiero unico della maggioranza. Intanto diciamo che gli Stati Uniti – e i Paesi anglosassoni in genere – hanno una grandissima tradizione nella salvaguardia della natura: il primo parco del mondo fu istituito da loro nel 1872, il secondo dall’Australia sette anni dopo. Quelli europei risalgono tutti al secolo scorso, in Italia il primo lo volle Mussolini, un altro “cattivone”. Dire “no” a un accordo inutile, non funzionante basato su falsi presupposti, che danneggia alcuni Paesi e non altri, non vuol dire essere inquinatori, vuol dire solo avere buon senso. Chi comanda sulla Terra ha già capito il pericolo che rappresenta Trump per tutta una serie di interessi, e non ci stupiremmo se qualcuno tentasse di fargli fare la fine di Pym Fortuyn, l’uomo politico olandese assassinato da un fanatico – quanto squilibrato – ambientalista. In questo mondo infatti , i fanatici, convinti di stare salvando il pianeta, solo più pericolosi che in altri ambiti perché convinti di agire per una nobile causa e non capendo invece di essere sfruttati.

Trump: gli Usa sono il Paese più pulito al mondo

Di cosa stiamo parlando? L’accordo sul clima fu firmato nel dicembre 2015 a Parigi sotto l’egida delle Nazioni Unite da 195 Paesi e già ratificato da 147. Gli Stati Uniti, sotto l’amministrazione Obama, riconoscendo di essere la seconda nazione più inquinante del mondo dopo la Cina, si erano impegnati a ridurre le emissioni del 26 o 28% entro il 2025. Va da sé che queste percentuali sono solo dei numeri al lotto, efficaci solo per fare colpo sulla gente: come si può stabilire la percentuale dell’inquinamento? I loro parametri sono aleatori e soprattutto li hanno creati a loro esclusivo uso e consumo. Esistono molti modi di preservare la natura, e non siamo sicuri che quello di Parigi sia il più valido, comunque non è l’unico. Ovviamente, come si diceva, il pensiero unico fondamentalista si manifesta nelle dichiarazioni drammatiche e di tregenda comparse dopo la decisione di Trump di non uniformarsi: alcune sono veramente esilaranti ma allo stesso tempo ci devono mettere sull’avviso di quale sia il grado di fanatismo pericoloso di questo sedicenti paladini dell’ambiente. Si è detto che Trump non pensa alle generazioni che verranno, Obama, ovviamente mosso solo da spirito di vendetta più che da spirito verde, dice che Trump “rifiuta il futuro”, frase ad effetto ma totalmente idiota. La Ue, altra colonna portante del potere economico mondiale, si affida al piagnisteo, sostenendo che questo è un giorno “triste”, perché Trump “si tira indietro”. Altra idiozia. Preoccupante invece, nell’ottica che dicwevamo prima, l’appello alla mobilitazione fatta dal segretario dell’Onu – guarda un po’ – il socialista Guterres, che arbitrariamente definito l’accordo di Parigi fondamentale per garantire il futuro di figli e nipoti. Basta poco per scatenare qualche fanatico suicida. In pratica, poi, Trump ha solo esercitato un suo diritto: gli Stati Uniti usciranno dall’accordo di Parigi sul clima, ma “inizieranno a negoziare e vedremo se potremo concludere un accordo equo”, ha detto il presidente Usa. “Con la mia amministrazione – ha proseguito il presidente – gli Stati Uniti continueranno ad essere il Paese più pulito e più attento all’ambiente del mondo”, ma “non faremo chiudere le nostre aziende e non perderemo posti di lavoro”. Nessuno lo ha ascoltato né rispettato uil suo diritto a una scelta diversa. Pochissime persone hanno veramente capito quello che ha detto, e tra queste il segretario della lega Nord Matteo Salvini: “Grazie a Trump, il dibattito sulla difesa dell’ambiente potrà tornare ad essere serio. La stessa Merkel, dopo il G7, ha ammesso che l’Accordo di Parigi sul clima è “centrale per dar forma alla globalizzazione. Insomma, l’ambiente è solo un pretesto: come il precedente Protocollo di Kyoto, è soltanto un meccanismo per favorire la delocalizzazione delle nostre imprese e fornire ai nostri concorrenti, Cina e India in primis, denaro e tecnologie affinché possano farci concorrenza (sleale) ancora meglio”. Salvini ha concluso: “Solo la Lega ha sempre avuto il coraggio di denunciare questo inganno: anziché combattere seriamente l’inquinamento, hanno trasformato l’aria che respiriamo in un prodotto finanziario su cui i soliti noti speculano, e a pagare sono solo gli imprenditori italiani”.

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