Chi ha la laurea vive di più: così il titolo di studio incide sulle cause di morte

14 Giu 2017 16:35 - di Redazione

Studiare fa vivere di più. Lo rivela l’Istat, con lo studio “Diseguaglianze nella mortalità per causa secondo il livello di istruzione”, da cui emerge che per chi ha solo la licenza elementare la mortalità è maggiore rispetto ai coetanei con una laurea.

Uno studio sulle differenze socio-economiche

I dati, che sono una parte del progetto “Differenze socio-economiche nella mortalità”, i cui primi risultati sono stati pubblicati ad aprile 2016, presentano i tassi di mortalità standardizzati per titolo di studio, genere, ripartizione territoriale e cause di morte riferiti al periodo 2012-2014. Ne risulta che nella popolazione fra i 25 e gli 89 anni la mortalità per gli uomini con al massimo la licenza elementare è di 1,6 volte maggiore rispetto a quella dei coetanei laureati; per le donne con titolo di studio basso il dato è di 1,3 volte superiore rispetto a quelle con titolo di studio alto.

Al Sud la laurea aiuta di più

Un andamento analogo si riscontra per quasi tutte le cause di morte. «Particolarmente alto l’impatto dello svantaggio sociale per cirrosi ed epatite cronica, con un incremento di mortalità di 3,5 volte per gli uomini e di 2,3 per le donne tra quanti hanno un basso titolo di studio rispetto a chi ha una laurea», spiega l’Istat, aggiungendo che per le donne lo svantaggio legato al basso titolo di studio è particolarmente pronunciato nel Sud: la mortalità è 3,4 volte maggiore rispetto alle laureate. I differenziali per titolo di studio sono più elevati tra gli uomini rispetto alle donne per la maggior parte delle cause di morte. Fa eccezione il diabete: la mortalità è quasi 2,6 volte superiore tra le donne con basso titolo di studio rispetto alle coetanee laureate, mentre tra gli uomini questo valore non raggiunge il doppio (1,8). Anche in questo caso, continua il report, lo svantaggio della mortalità è particolarmente accentuato nelle aree meridionali.

Il rapporto tra titolo di studio e malattie

Molto pronunciato tra gli uomini con basso livello di istruzione è l’impatto delle malattie croniche dell’apparato respiratorio, con un tasso di 10,6 decessi per 10mila, quasi 2 volte superiore a quello dei laureati (5,2). I differenziali sociali per la mortalità per queste malattie presentano una bassa variabilità tra le ripartizioni territoriali. Per i tumori si osservano tra le donne differenziali per titolo di studio più bassi (1,1) rispetto agli uomini (1,5). Tuttavia il gradiente tra le donne non ha un andamento lineare: la mortalità più alta si osserva infatti per le donne con licenza media inferiore. Una maggiore variabilità si osserva invece per i tassi di mortalità per sede di insorgenza dei tumori. Per entrambi i sessi, infine, si segnala un gradiente inverso per i melanomi, con uno svantaggio dei laureati di 1,5 volte rispetto alle persone con basso titolo di studio.

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