Casaleggio jr. contro il “metodo Repubblica”: fabbrica di falsi scoop

21 Giu 2017 13:25 - di Michele Pezza
casaleggio

Sfocia in tribunale la querelle tra Mario Calabresi, direttore di Repubblicae Davide Casaleggio, il figlio di Gianroberto, lo scomparso cofondatore del M5S. All’origine del contrasto, lo scoop del quotidiano di Largo Fochetti che accreditava un incontro segreto, tenutosi a Milano, tra lo stesso Casaleggio e il leader della Lega Nord Matteo Salvini. Sempre secondo la ricostruzione del giornale, il faccia faccia era finalizzato ad abbozzare una sorta di intesa post-elettorale con cui contrastare quella tra Renzi e Berlusconi. Fioccarono le smentite, ma Calabresi confermò tutto facendo riferimento ad «autorevoli fonti leghiste».

Casaleggio: «Denuncerò il direttore Calabresi»

Oggi il sequel con i grillini all’attacco del direttore di Repubblica: «È passata quasi una settimana – ha attaccato Casaleggio – e Calabresi si è ammutolito, le fonti certe sono scomparse rendendo chiaro a tutti il “metodo Repubblica“: pubblicare notizie false in prima pagina, citare presunte fonti certe, tirarsi indietro davanti a un fact checking (verifica, ndr) pubblico e lasciare il dubbio nelle persone che un fatto possa essere vero anche se non lo è». Da qui la decisione di adire le vie legali: «Non mi rimane (come lui ha richiesto) – ha annunciato Casaleggio dal blog di Beppe Grillo – che denunciarlo civilmente, per tutelare la mia onorabilità e fare un esposto all’ordine dei giornalisti che spero prenda le distanze da un giornalismo che pubblica falsi in prima pagina e diffama chi chiede una rettifica».

Alla base lo scoop dell’incontro con Salvini

Per Casaleggio non si è solo in presenza di un falso scoop bensì di una «bieca» quanto «evidente» operazione politica: «far credere alle persone che esista un’alleanza del MoVimento 5 Stelle con la Lega Nord. Questo è falso». Al veleno la sua conclusione: «Quello che mi conforta è che i primi ad aver capito che il “metodo Repubblica” non è finalizzato a un’informazione libera sono i lettori, che Repubblica perde al ritmo di 15-20mila all’anno».

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