Attentato a Londra, individuato il terzo terrorista: ha un passaporto italiano

6 Giu 2017 12:55 - di Prisca Righetti
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Rimasto nel buio finora, il terzo terrorista autore dell’agguato di Londra ha adesso un volto e un nome: si chiama Youssef Zaghba è nato a Fez nel gennaio 1995 da padre marocchino e madre italiana, e non è proprio uno sconosciuto alle forze dell’ordine. L’uomo, infatti, è stato fermato all’aeroporto di Bologna nel marzo 2016 mentre cercava di prendere un volo diretto a Istanbul per raggiungere poi dalla Tuschia la Siria.

Attentato a Londra, ecco chi è il terzo terrorista

È lui il terzo terrorista, il terzo attentatore di Londra. L’identità segreta e tenuta riservata finora. E ha un passaporto italiano. Non a caso, l’intelligence italiana lo teneva sotto controllo, segnalando presenza e spostamenti del soggetto alle autorità marocchine e a quelle britanniche. Una storia di famiglia multietnica, la sua: madre bolognese e padre marocchino, dopo un periodo vissuto insieme in Marocco, hanno deciso di separarsi. Una separazione legale e fisica, in virtù della quale la madre è rientrata in Italia e si è stabilita in provincia di Bologna. Il figlio, di cui l’intelligence ha monitoriato pedissequamente i frequenti spostamenti, è venuto più volte a far visita alla madre, fino a quando, come anticipato, nel marzo 2016 è stato fermato all’aeroporto Marconi con solo uno zaino addosso e un biglietto di sola andata per Istanbul.

Figlio di madre italiana che vive a Bologna

Nei suoi piani, l’intenzione di raggiungere al Siria passando per la Turchia. Intercettato e fermato, Youssef Zaghba è stato denunciato per terrorismo internazionale. Da quell’accusa è stato poi prosciolto ma l’Italia l’aveva comunque inserito negli elenchi dei sospetti foreign fighter” potenzialmente pericolosi. In merito agli ultimi suoi spostamente si sa solo che aveva trovato a Londra un lavoro stagionale in un ristorante della city, e che continuava ad avere contatti con la madre in Italia, da dove era però assente da circa un anno. Ora sappiamo perché.

 

 

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