Uranio impoverito, la commissione d’inchiesta: “Verifiche carenti”

4 Mag 2017 18:36 - di Redazione

La Commissione parlamentare d’inchiesta sull’Uranio impoverito, presieduta da Gian Piero Scanu, ha svolto in questa settimana, riferisce una nota, alcune audizioni dei responsabili dei centri di verifica della sicurezza sul lavoro e salubrità dell’ambiente delle Forze Armate: il direttore del Cisam, contrammiraglio Claudio Boccalatte, il capo sezione esperti qualificati del Cisam, tenente colonnello Raffaele Zagarella, il direttore del Centro Tecnico Logistico Interforze Nbc, tenente colonnello Vinicio Pasquali e il capo della Divisione J4 del Comando Operativo di Vertice Interforze (Coi) colonnello Pietro Lo Giudice. Le audizioni, spiega una nota della commissione, fanno parte del ciclo di esami testimoniali che la Commissione sta compiendo per verificare lo stato di analisi preventiva e di bonifica successiva dei poligoni in Italia e delle basi militari nelle missioni all’estero delle nostre Forze Armate. In particolare, le audizioni dei vertici del Cisam mirano a verificare se il centro sia in grado, ed effettui ogni volta che ce ne sia necessità, le opportune analisi per verificare la presenza di sostanze radioattive nei poligoni militari utilizzati sul nostro territorio, sia in riferimento ad armamenti in uso attualmente che ad armamenti utilizzati nel passato.

La commissione: risorse insufficienti per i controlli

Nel corso delle audizioni del Cisam sono emersi alcuni elementi, confermati dagli stessi auditi, che evidenziano come in alcuni casi “le opportune verifiche non siano state effettuate a pieno, o non siano state effettuate affatto, per insufficienza delle risorse necessarie”. Nell’audizione del direttore del Cetli, oltre ad essere state individuate specifiche carenze nel personale specializzato che sarebbe necessario per svolgere puntualmente il lavoro, è stato anche evidenziato che a ridosso della base delle Forze Armate a Gibuti è stata segnalata, nel 2016, “la presenza di vari cumuli di rifiuti indifferenziati che, se incendiati, potrebbero creare l’emissione di sostanze altamente nocive (es. diossine, Pcb, ecc.), la cui analisi non è tra le potenzialità esprimibili del Cetli Nbc”. Non risulta che siano stati presi rimedi adeguati. Nell’audizione del capo Divisione del Coi è emerso che alcune criticità nella salubrità dell’aria segnalate dai comandanti di sei nostre basi all’estero non sono state ancora monitorate, senza che sia stato chiarito il motivo.

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