Sentenza della Cassazione, Rampelli: de profundis per l’ideologia buonista

15 Mag 2017 19:37 - di Redazione

“La sentenza della Cassazione intona il de profundis per l’ideologia buonista. Chi viene in Italia deve rispettare le nostre leggi, le nostre regole, i nostri valori. Per noi assodato, per la sinistra multiculturalista che ha promosso un’accoglienza contraria alla legalità e al diritto no. Rom, estremisti islamici, osservanti della sharia che non intendono adeguarsi devono andare fuori dall’Italia. O si rispettano le leggi o non c’è spazio”. E’ quanto dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli. “La sentenza della Corte di Cassazione, che ha vietato a un immigrato indiano sikh di girare armato del suo tradizionale pugnale, in quanto non è tollerabile che l’attaccamento ai propri valori, seppure leciti secondo le leggi vigenti nel paese di provenienza, porti alla violazione cosciente di quelli della società ospitante, rappresenta un precedente che, da adesso, deve riportare al rispetto totale delle nostre leggi, a cominciare da quella che vieta di girare in luoghi pubblici con un copricapo o un velo che travisano o nascondono il volto, per cui basta burqa o niqab in luoghi pubblici”. Lo dichiara Roberto Calderoli (Lega). “Ma soprattutto questa sentenza deve rappresentare un chiaro monito a chi vuole vivere qui: se non accetti tutte le nostre regole qui non puoi restare e se queste regole non ti vanno bene puoi andartene altrove o tornare da dove sei venuto”, conclude il vice presidente di palazzo Madama. Diverso il giudizio della chiesa: “La sentenza della Cassazione è molto equilibrata e sottolinea anche il valore della diversità e della multiculturalità e la necessità di un cammino di integrazione degli immigrati, oltre a ribadire che ciò non può prescindere dal rispetto giuridico e legale di alcune regole su cui è strutturata la nostra società, con i suoi valori”. Lo osserva monsignor Giancarlo Perego direttore di Migrantes, la fondazione della Cei che si interessa di migranti, rifugiati, profughi. Avverte monsignor Perego: “Ora, però, la politica non strumentalizzi la sentenza in maniera ideologica o per fini elettorali, limitandosi a leggere solo una parte del documento e non la sua totalità ed esasperando volontariamente un aspetto particolare anziché rispettarne l’impostazione complessiva che, ribadisco, è positiva”. Sulla stessa lunghezza d’onda il Pd, seppur con toni un po’ più rozzi: ”Speriamo che ora non sia usata come una clava dai vari Salvini! Perché la sentenza della Cassazione, che richiama gli immigrati che hanno scelto di vivere nel mondo occidentale all’obbligo di conformarsi ai valori della società nella quale hanno deciso di stabilirsi, stabilisce un principio semplice e giusto. E si riferisce ad un caso singolo”. Lo afferma Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del Pd. “A noi – aggiunge – preoccupa la fanfara della xenofobia che userà una sentenza che difende un corretto uso del diritto di tutti come un’arma nei confronti di qualcuno”.

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