Rischi da eccessivo consumo di carni rosse: uno studio Usa getta nuove ombre

13 Mag 2017 13:20 - di Redazione

E dopo i vermi da sushi che inducono a un più controllato ricorso al pesce e alle sue accattivanti declinazioni gasgtronomiche otrna in auge l’“allarme carne rossa”, che studi scientifici e campagne nutrizioniste tornano a legare ad un sensibile aumento della mortalità, scatenata da un suo presunto abuso e culminata poi in diverse forme di patologie letali…

Nuove teorie sui rischi da eccessivo consumo di carni rosse

Dunque ci risiamo: un nuovo studio condotto negli Usa e basato sulla popolazione degli States torna a collegare un elevato consumo di carne rossa (processata e non) a una maggiore mortalità per tutte le cause, e a un rischio di morte più alto per 9 cause specifiche, dai tumori all’ictus. Il lavoro è pubblicato su Bmj (che dedica all’argomento anche un esaustivo editoriale) e prende in considerazione i dati analizzati e proposti da una maxi coorte statunitense, oltre mezzo milione di persone arruolate nel Nih-Aarp Diet and Health Study. Sui rischi più elevati di mortalità, spiegano allora gli scienziati del National Cancer Institute di Bethesda autori dello studio, pesa l’assunzione di ferro eme, e di nitrati/nitriti da carni lavorate. Non solo: a conferma di ipotesi e teorie paventate dalla ricerca, gli esperti hanno anche osservato che sostituire l’assunzione di carni rosse (e dei relativi composti) con carne  bianca, in particolare non lavorata, senza modificare l’assunzione totale di carne, si associerebbe ad un rischio ridotto di mortalità.

Carni rosse, ecco cosa spiega il maxi studio Usa a riguardo

Così, tra ricerche e riscontri, ipotesi e teorie, il commento con cui viene presentato il lavoro e l’editorale a firma dell’epidemiologo John Potter che evidenzia come i nostri antenati mangiassero carne al  massimo una volta alla settimana, consumando 5-10 kg all’anno sostiene e argomenta come e perchè «nuove prove continuano a emergere sul collegamento tra un elevato consumo di carne rossa e una maggiore mortalità». Le diete moderne nei paesi ricchi offrono più di 10 volte questa  quantità, con proteine animali che forniscono fino ad un quinto dei nostri requisiti energetici. «Lo studio di questa settimana è grande ed è ben fatto», precisano allora da Bmj, aggiungendo come dal report sia emerso anche che «i tassi di mortalità sono stati inferiori nei gruppi che hanno mangiato una percentuale più elevata di pesce e pollame rispetto alla carne rossa». Una ricerca che analizza i dati e pone il dubbio: per avere la certezza assoluta ed evitare crociate inutili servono però ulteriori riscontri. 

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