Renzi lo “sega”, Gentiloni si aggrappa alla fiducia ma ormai ha i giorni contati

30 Mag 2017 20:07 - di Antonio Marras

Matteo Renzi spinge per il voto, spera in un incidente parlamentare che mandi a casa presto Gentiloni e nella direzione del Pd annuncia un accordo ormai alle porte con Forza Italia (e forse con il M5S) sulla legge elettorale in chiave tedesca, con proporzionale e soglia di sbarramento. “In democrazia capita di votare e sostenere che il voto costituisce una minaccia è una tesi che non suggerirei ai giovani millennials”, dice il segretario del Pd secondo cui “sostenere il governo Gentiloni -aggiunge- è sostenere noi stessi, quando si vota lo si decide nei luoghi competenti ma la legge elettorale va fatta non perchè abbiamo impazienza di andare a votarema perchè è condizione di serietà del patto con il Capo dello Stato e con i cittadini”.

Gentiloni e la fiducia della disperazione

Sta di fatto che nelle stesse ore il governo Gentiloni, minacciato dalle parole di Alfano contro le elezioni anticipate e lo sbarramento che cancellerebbe il suo partito, ma sotto scacco anche della sinistra extra Pd di Bersani e Speranza per i nuovi voucher, ha dovuto porre la fiducia alla Camera sulla manovra di correzione dei conti pubblici. La ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, intervenendo in aula, ha annunciato che il maxi emendamento che sarà presentato conterrà tutte le modifiche approvate dalla commissione Bilancio. 

I numeri fragili del Senato…

Un testo che in Commissione Bilancio, sui voucher, era passato solo con l’appoggio di Lega e Fi. Difficile, ma non impossibile, immaginare una doppia trappola di Ncd e Mdp a Montecitorio, oggi, per Gentiloni, ma al Senato potrebbe accadere presto l’irreparabile, con sommo gaudio di Matteo Renzi, che non aspetta altro che togliersi dai piedi Gentiloni. Il quale, però, finge tranquillità m si capisce bene che non è più per nulla “sereno”: “Confermo che il governo è nella pienezza dei suoi poteri, che ha degli impegni in corso in Parlamento, e non solo, che intende mantenere”. Il premier ha ricordato che “quando il governo si è presentato alle Camere per la fiducia circa sei mesi fa ho detto che si augurava un’intesa tra le forze politiche sulla legge elettorale e che non avrebbe svolto un ruolo da protagonista. E ho detto anche -ha concluso- che il governo era e sarebbe stato nella pienezza dei poteri con la fiducia della Camere”.

Renzi, intanto, ha già pronta la “sega”; legge elettorale entro luglio (nonostante l’apparente ostracismo della minoranza di Orlando), voto entro settembre. Bye bye Paolino…

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