Pil eurozona, siamo alle solite: solo l’Italia cresce meno dell’1 per cento

11 Mag 2017 11:55 - di Michele Pezza

La scena è pressoché identica a quella di qualche mese fa quando la Commissione europea illustrò le previsioni economiche d’inverno: oggi come allora a parlare dal podio della sala stampa del palazzo Berlaymont di Bruxelles è il commissario agli Affari economici e finanziari, il francese Pierre Moscovici. Proiettate sullo sfondo, alle sue spalle, si susseguono le slide con numeri, grafici e raffronti. Esattamente come allora, l’unica nazione ad essere colorata in  verde scuro, tonalità riservata alle economie che crescono al di sotto dell’1 per cento, è l’Italia: 0,9 per l’esattezza, stando almeno secondo alle proiezioni della direzione generale Ecfin per il 2017.

Meglio dell’Italia anche Grecia e Spagna

Decisamente meglio per i nostri partner: la Germania, infatti, dovrebbe crescere quest’anno dell’1,6 per cento e la Francia dell’1,4. Volano addirittura le economie del Mediterraneo con la Spagna del 2,8 per cento e la Grecia del 2,1. Bene anche il Portogallo con un incremento dell’1,8 per cento, vale a dire mezzo in più della crescita della virtuosa Finlandia, prevista all’1,3. Complessivamente l’eurozona, l’insieme delle nazioni in cui circola l’euro, dovrebbe crescere in media dell’1,7 per cento, 0,8 punti percentuali in più della crescita attesa in Italia. Nella nostra economia, che dovrebbe beneficiare comunque della ripresa economica globale, ha spiegato Moscovici, «permangono le fragilità che conosciamo».

Migliorate le stime del nostro deficit

In compenso, la Commissione europea ha migliorato le previsioni relative al deficit dell’Italia. Nelle previsioni economiche di primavera, che tengono conto della manovra correttiva varata dal governo, il deficit è atteso al 2,2 per cento nel 2017 (era il 2,4 nelle previsioni economiche d’inverno dello scorso febbraio) e al 2,3 nel 2018 (dal 2,6 di febbraio). Nel 2016 il deficit è al 2,4 per cento.  Il bilancio del 2017, spiega la Commissione, «include misure che avranno un impatto accrescitivo sul deficit nel 2018, come l’introduzione di una flat tax sul reddito delle piccole imprese (Iri)». Il deficit strutturale, che si calcola in rapporto al pil potenziale, è al 2 per cento nel 2017 (come a febbraio) e al 2,2 nel 2018 (dal 2,5 di febbraio), in leggero deterioramento dall’1,7 per cento del 2016.

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